“Perfino davanti a una tragedia nazionale come il crollo del Ponte Morandi, il governo non rinuncia alla sua propaganda ideologica, promuovendo un modello di famiglia fondato esclusivamente sul matrimonio e discriminando convivenze e unioni civili”. È durissimo l’attacco di Alessandro Zan, membro della segreteria del Partito Democratico e responsabile nazionale per i Diritti, nei confronti dell’attuale esecutivo.
Al centro delle polemiche, la normativa che disciplina i risarcimenti ai familiari delle vittime di gravi disastri, come quello avvenuto a Genova nell’agosto 2018. Una legge che, secondo Zan, escluderebbe o limiterebbe l’accesso ai benefici economici per chi ha perso un partner non sposato legalmente, come nel caso di conviventi di fatto o unioni civili.
“Famiglie e figli non sono di serie B”
Zan richiama le parole del Presidente della Repubblica, che proprio in questi giorni ha ribadito un concetto semplice ma potente: “Non esistono famiglie o figli di serie A e di serie B”. E proprio questo, secondo l’esponente dem, dovrebbe essere il principio guida per qualsiasi norma che pretenda di fare giustizia dopo eventi drammatici come il crollo del viadotto sul Polcevera.
“Chi ha perso il proprio partner o un genitore in un disastro come quello del Ponte Morandi – sottolinea Zan – ha diritto a un risarcimento indipendentemente dallo stato civile della vittima. L’attuale testo di legge, invece, discrimina sulla base di una visione arretrata e ideologica della famiglia. Ed è inaccettabile”.
L’appello per una modifica urgente
Il Partito Democratico chiede una modifica immediata della legge che regola i risarcimenti, affinché tenga conto della pluralità delle forme familiari riconosciute oggi dallo Stato italiano, in linea con le sentenze della Corte Costituzionale e le direttive europee in materia di uguaglianza e diritti civili.
“Il Parlamento deve intervenire subito – incalza Zan – per eliminare ogni discriminazione e garantire che la legge tuteli davvero tutte le vittime allo stesso modo. Il dolore non fa distinzioni. Non può farle nemmeno lo Stato”.