Smartphone e laptop “salvi” per ora, ma gli USA preparano nuovi dazi: il bipolarismo economico colpisce ancora
La tanto discussa esenzione dai dazi per dispositivi elettronici come smartphone e computer, concessa di recente dagli Stati Uniti, rischia di essere solo un’illusione temporanea. A metterlo nero su bianco è il segretario al Commercio americano, Howard Lutnick, che in un’intervista rilasciata alla ABC ha spiegato che questi dispositivi potrebbero essere presto coinvolti in una nuova ondata di tariffe, questa volta legate all’indagine strategica sui semiconduttori in corso a Washington.
“Ciò che intendiamo – ha spiegato Lutnick – è che sono attualmente esclusi dai dazi reciproci con altri Paesi, ma potrebbero rientrare nei dazi legati ai semiconduttori, che verranno applicati entro un mese o due.” Un modo elegante per dire che la tregua commerciale è tutt’altro che definitiva.
In un contesto internazionale già segnato da forti tensioni economiche, questa mossa rivela ancora una volta l’anima bipolare della politica commerciale americana, oscillante tra aperture strategiche e protezionismi mirati. La logica alla base è chiara: alleggerire momentaneamente la pressione sui consumatori, senza però rinunciare al braccio di ferro tecnologico, soprattutto con la Cina.
Gli smartphone e i laptop, che rappresentano il cuore pulsante della digitalizzazione globale, finiscono così per essere al centro di un intricato gioco di leve geopolitiche e interessi industriali. L’indagine sui semiconduttori, infatti, ha l’obiettivo di proteggere e rilanciare l’industria nazionale, riducendo la dipendenza dagli impianti asiatici – un tema cruciale non solo per la sicurezza economica, ma anche per quella militare.
La scelta di mantenere aperta la possibilità di nuove tariffe su questi dispositivi – pur garantendo temporaneamente un’esenzione – dimostra che gli Stati Uniti stanno adottando una strategia “a fisarmonica”: allargano e stringono la pressione commerciale in base ai propri calcoli politici e industriali, lasciando partner e mercati in uno stato di costante incertezza.
Una mossa tattica, non una soluzione strutturale.
Mentre le esenzioni odierne sembrano voler rassicurare il mercato e i consumatori, l’annuncio di possibili dazi futuri agita gli operatori del settore e rischia di far lievitare i costi per aziende e cittadini. Non è solo una questione commerciale, ma il riflesso di una visione più ampia e oscillante, dove ogni passo in avanti sembra portare con sé una minaccia retroattiva.
Con la guerra dei semiconduttori sempre più accesa, l’attuale ambiguità non è casuale: è parte integrante di una politica che tiene la porta aperta a ogni opzione, con il chiaro intento di rafforzare il potere contrattuale americano. Ma a pagarne il prezzo potrebbero essere ancora una volta consumatori, fornitori globali e alleati che confidano in regole stabili e affidabili.
In altre parole, il bipolarismo economico statunitense continua a produrre più domande che risposte. E mentre le tariffe vanno e vengono come le maree, l’unica certezza sembra essere l’incertezza.