Amanda Vettorazzo, punta a vietare concerti e spettacoli destinati a giovani e adolescenti che promuovano il crimine organizzato o l’uso di sostanze stupefacenti. Al centro della controversia, il rapper brasiliano Oruam, astro nascente della scena musicale e autore del brano più ascoltato del Paese su Spotify, nonché figlio di un boss del narcotraffico.
Una legge contro l’apologia della criminalità
Il progetto di legge, attualmente in discussione al Consiglio comunale, non menziona esplicitamente Oruam, ma l’intento appare chiaro. La promotrice, 36enne e di orientamento cattolico, ha lanciato una campagna digitale sotto il nome di “Legge Anti-Oruam”, accompagnata da video sui social in cui ribadisce il proprio obiettivo: impedire all’artista di esibirsi a San Paolo.
Secondo Vettorazzo, i testi di Oruam e di altri rapper glorificano la criminalità e possono influenzare negativamente le nuove generazioni, normalizzando un contesto di violenza e illegalità. “Non possiamo permettere che i nostri bambini e adolescenti crescano idolatrando chi promuove un modello di vita basato su droga e crimine”, ha dichiarato la consigliera.
Il dibattito tra censura e libertà artistica
La proposta ha scatenato un acceso dibattito tra sostenitori e detrattori. Da un lato, chi appoggia il provvedimento sottolinea la necessità di proteggere i giovani da contenuti pericolosi e di impedire che il rap diventi un veicolo di messaggi criminali. Dall’altro, artisti e difensori della libertà di espressione denunciano il rischio di censura e sottolineano come la musica rappresenti spesso una denuncia sociale piuttosto che un’esaltazione della violenza.
Oruam, dal canto suo, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma sui social i suoi fan gridano alla persecuzione politica e alla discriminazione nei confronti della cultura hip-hop.
Il futuro della proposta di legge
Il Consiglio comunale di San Paolo dovrà ora decidere se approvare la legge e trasformarla in un provvedimento effettivo. Se la normativa dovesse passare, potrebbe creare un precedente importante nel panorama culturale brasiliano, ridefinendo i confini tra arte e responsabilità sociale.
Nel frattempo, il dibattito resta acceso e il destino di Oruam e di altri artisti sotto la lente delle istituzioni è ancora tutto da scrivere.