12 Febbraio 2025, mercoledì
HomeMondoTregua in Medio Oriente: il cessate il fuoco entra in vigore con...

Tregua in Medio Oriente: il cessate il fuoco entra in vigore con 3 ore di ritardo

La prima fase dell'accordo tra Israele e Hamas prevede il rilascio di tre ostaggi. Intanto, la situazione a Gaza resta tesa, con continui raid israeliani e il ritorno degli sfollati.

Il cessate il fuoco a Gaza è finalmente entrato in vigore alle 10:15 ora italiana, dopo un ritardo di tre ore rispetto alla prevista attuazione iniziale alle 8:30 locali. Il rinvio è stato causato dalla tardiva consegna della lista degli ostaggi da parte di Hamas, che ha comunicato i nomi delle tre donne che saranno liberate oggi: Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Il piano di tregua, che prevede il rilascio di 33 ostaggi in tre fasi, è il risultato di un accordo mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti. La liberazione delle tre donne avverrà nel pomeriggio, intorno alle 16 locali, mentre il loro ritorno sarà seguito con molta attenzione dalle autorità israeliane, che hanno chiesto di non diffondere dettagli sui nomi per proteggere la privacy delle famiglie coinvolte.

Nonostante la speranza portata dalla tregua, la situazione a Gaza rimane estremamente delicata. I raid israeliani hanno continuato a colpire la Striscia, con un bilancio di 13 morti solo questa mattina, secondo quanto riportato dai media locali. Nel frattempo, migliaia di sfollati stanno tentando di fare ritorno nelle proprie case, ma il rischio di trovare abitazioni distrutte o inabitabili genera un senso di incertezza e paura.

Padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza, ha descritto il clima di speranza ma anche di apprensione che attraversa la città. In un video diffuso sui social, ha raccontato che, nonostante la voglia di tornare a casa, molti abitanti non sanno se troveranno ancora le loro case in piedi e se le zone circostanti siano sicure. “Gaza è triturata”, ha detto, riferendo anche dei timori per il pericolo di nuove violenze, con zone designate come “rosse”, pericolose a causa degli scontri in corso.

Romanelli ha anche condiviso il gesto di gratitudine della comunità cattolica di Gaza nei confronti di Papa Francesco, che da mesi segue quotidianamente la situazione tramite telefonate con la parrocchia. In un contesto così difficile, le persone a Gaza continuano a pregare per la pace, nonostante le difficoltà. La sfida, ha concluso il missionario, è che “ci vorrà del tempo”, ma la speranza non deve svanire.

Mentre il processo di tregua sembra aver preso il via, resta il grande interrogativo su quanto durerà e su come evolveranno i prossimi giorni. La comunità internazionale resta vigile, ma Gaza è ancora una polveriera, sospesa tra la speranza della tregua e la realtà di una guerra che non ha ancora trovato una fine definitiva.

Sponsorizzato

Ultime Notizie

Commenti recenti