A cura di Daniela Avallone
Le vendite al dettaglio nella zona euro a novembre hanno mostrato una crescita modesta, deludendo le aspettative e riflettendo una tendenza generale alla prudenza da parte dei consumatori. Secondo i dati diffusi da Eurostat, le vendite sono aumentate dello 0,1% rispetto a ottobre, al di sotto delle previsioni dello 0,4% fornite da un sondaggio Reuters. Questo risultato recupera solo parzialmente il calo dello 0,3% registrato nel mese precedente.
Su base annuale, le vendite al dettaglio sono cresciute dell’1,2%, ma il ritmo è in rallentamento per il secondo mese consecutivo, segnalando una dinamica negativa persistente. Questi dati alimentano le preoccupazioni su una possibile stagnazione economica nell’area, già provata da un anno vicino alla recessione.
La scelta dei consumatori di risparmiare piuttosto che spendere è legata alla necessità di ricostruire il patrimonio eroso dall’aumento del costo della vita degli ultimi tre anni. Questa cautela contrasta con le speranze dei banchieri centrali, che avevano previsto un incremento dei consumi per stimolare la ripresa economica. Tuttavia, con un mercato del lavoro in indebolimento, il risparmio precauzionale sembra destinato a prevalere, penalizzando ulteriormente la spesa.
A livello settoriale, la modesta crescita mensile è stata trainata dalle vendite di alimentari e carburanti, mentre le vendite di articoli non alimentari hanno subito un calo dello 0,6%, replicando la flessione del mese precedente. Tra le principali economie della zona euro, Germania e Spagna hanno registrato contrazioni significative nelle vendite al dettaglio, segnalando una debolezza diffusa. Sebbene alcune nazioni abbiano offerto una performance migliore, il quadro complessivo rimane poco incoraggiante.
I dati di novembre confermano che l’incertezza economica e l’inflazione continuano a pesare sul comportamento dei consumatori nella zona euro. Nonostante un lieve aumento delle vendite al dettaglio, il ritmo di crescita appare insufficiente per sostenere una ripresa robusta. Questo scenario sottolinea l’urgenza di politiche economiche più incisive per stimolare la domanda e invertire la tendenza al rallentamento.
