A cura di Ionela Polinciuc
Nel torinese, ogni giorno circa 15 donne denunciano abusi, maltrattamenti e violenze sessuali, segnando un triste primato. Tuttavia, non tutte queste denunce portano a risoluzioni giuridiche efficaci. Questo è il caso di Valentina, una ragazza di 25 anni che ha subito molestie sessuali a bordo del bus 68 a Torino, un episodio che evidenzia le problematiche legate alla denuncia e all’azione giudiziaria.
Valentina si trovava a bordo del bus 68 quando ha avvertito un contatto inappropriato. L’uomo, un 34enne marocchino, l’aveva molestata strusciandosi ripetutamente contro di lei, per poi esporre il proprio pene. La giovane, visibilmente sconvolta, ha deciso di denunciare l’accaduto alle autorità. A seguito della denuncia, è emerso che l’individuo aveva precedenti per reati simili: un episodio in cui aveva agito nello stesso modo, eiaculando sulla gamba di una donna sulla stessa linea di autobus. Nonostante l’identificazione del molestatore da parte di un lettore che lo aveva riconosciuto, il caso non ha avuto un esito positivo.
L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Delia Boschetto, ha riscontrato delle difficoltà decisive: l’indagato, infatti, è risultato irreperibile, impedendo la sua identificazione diretta e la perquisizione necessaria per rafforzare il caso. Di conseguenza, il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione del caso, nonostante la gravità delle accuse. La motivazione, legata alla difficoltà di ottenere prove sufficienti per una condanna, ha spinto l’ufficio giudiziario a sollecitare la chiusura del procedimento.
Valentina, assistita dall’avvocato Raffaela Carena, ha deciso di opporsi all’archiviazione, sperando che il molestatore seriale perseguito. La sua denuncia si inserisce in un contesto più ampio di donne che vivono esperienze simili ma che spesso vedono la giustizia rallentata o inefficace. La vicenda solleva dubbi sul funzionamento del sistema legale e sulla protezione delle vittime di violenza sessuale.
Il numero di denuncia per maltrattamenti e violenze sessuali a Torino e nel resto del Piemonte è allarmante. Nell’ultimo anno, gli stupri denunciati nella zona sono aumentati da 282 a 303, con un incremento di 21 casi. Ogni anno, le forze dell’ordine e la Procura trattano migliaia di casi, ma gli arresti sono molto inferiori rispetto alle denunce. Solo 53 arresti sono stati eseguiti quest’anno a fronte di 831 denunce, un dato che evidenzia le difficoltà nel garantire giustizia alle vittime.
La Regione Piemonte ha però intensificato gli sforzi per affrontare questo fenomeno, aumentando le risorse a disposizione dei centri anti-violenza e dei rifugi per donne in difficoltà, cercando di rispondere concretamente alla crescente domanda di supporto.