6 Dicembre 2024, venerdì
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Intervista ad Angelica Cirillo: una vita dedicata all’arte e alla musica

A cura di Ionela Polinciuc

Angelica Cirillo è una delle voci più affascinanti del panorama lirico contemporaneo, una donna che ha saputo coniugare il talento artistico con la determinazione e la passione per la musica. Dalla sua formazione come soprano ai grandi successi internazionali, fino al suo impegno come direttrice degli eventi speciali e internazionali del Menotti Art Festival, Angelica racconta con entusiasmo e profondità un percorso ricco di esperienze significative. In questa intervista, scopriamo come è nata la sua passione per l’opera, i momenti salienti della sua carriera e la visione che guida il suo lavoro per promuovere l’arte e la cultura.

Angelica come è iniziato il suo percorso nel mondo dell’opera? Quali sono state le tappe più significative della sua carriera come soprano?

Il mio percorso artistico è nato grazie ad una zia materna cantante lirica. Da ragazza assistevo ad i suoi concerti con grande passione ed ammirazione, prima di assistere ad un opera o concerto leggevo il libretto, mi informavo sugli autori, cercavo di capire il più possibile perché la curiosità è sempre stata una costante nella mia vita. Amavo sentire quella musica celestiale e sentire le note sgorgare da quella gola con tanta bellezza ed armonia. Un giorno, per caso ero a casa della zia e le ho chiesto se anch’io avessi potuto seguire le sue orme e mi disse: perché no, se hai la voce per farlo! Magari fosse stato così semplice…..Abbiamo fatto qualche vocalizzo sul suo bellissimo pianoforte bianco e con stupore la zia si è resa conto che la voce c’era, bisognava educarla al canto lirico con la giusta tecnica. Da allora ho cominciato a studiare senza sosta, ho dato tutta me stessa, anni intensi dedicati alla formazione non solo dell’impostazione vocale ma
dedicandomi anche allo studio musicale. Avevo una voce naturale molto estesa e proprio per questo, ho dovuto faticare moltissimo per capire come riuscivo a fare certi suoni senza far “nulla” come dicevo, ma nel canto lirico bisogna essere ben consapevoli di cosa si sta facendo nulla è per caso! Dopo un po’ di anni, ho cominciato a fare qualche concerto nella mia zona: (sono ligure) piacevo molto anche se la tecnica ancora era precaria e gli applausi e i complimenti mi spronavano maggiormente a seguire il mio percorso di studi. Poi, è arrivato il momento del debutto in un piccolo ruolo nell’opera Rigoletto di G.Verdi (la Contessa di Ceprano) anche se cantavo poche battute, mi sentivo al settimo cielo, potevo finalmente esibirmi con un orchestra in un opera con professionisti. Li, sul quel palcoscenico mi sono sentita bene, naturalmente bene che mi ha fatto maggiormente capire che quello era il mio destino e da lì ho cominciato ad affrontare piccoli ruoli, concerti per poi finalmente esse io la protagonista principale nell’Opera Pagliacci di Leoncavallo e da quel
momento in poi, devo dire che ho cominciato la mia carriera che mi ha portato a cantare alla Carnegie Hall di New York, Opera Montecarlo, tournée in Ucraina, Svizzera, Francia, Germania e in tutta Italia, senza però mai smettere di studiare, perché lo studio è una costante per un cantante lirico e più si procede nella carriera più la responsabilità verso il pubblico che viene ad ascoltare è maggiore.

Il Menotti Art Festival è un evento culturale importante e dinamico. Come descriverebbe il ​​suo ruolo di direttrice degli eventi speciali e internazionali, e quali sono le principali sfide che affronterai in questo ruolo?

Quando il Prof. Filipponi mi ha chiamato per offrirmi questo ruolo mi sono sentita molto lusingata ma anche un po’ indecisa perché sono in carriera e la mia paura era quella di non poter dedicare tempo ed energie a questo prestigioso Festival, però poi, ho pensato che potevo offrire la mia esperienza e metterla a disposizione per unire la grande musica a quelle che sono le arti visive del Menotti art Festival. Cosi ho accettato perché ragionandoci bene sono già conosciuta sia in Italia che all’estero quindi, avrei dovuto abbinare il mio nome a quello del Menotti Festival per veicolare il nome del grande Maestro Giancarlo Menotti in quanto non dobbiamo dimenticare che la musica deve aver un ruolo molto importante in questo Festival perché porta il suo nome.

Che importanza ha per Lei promuovere eventi artistici internazionali, e come riesce a coniugare la sua esperienza di artista con le competenze richieste per la direzione di questi eventi?

Promuovere eventi artistici nel nome di Menotti è una grande sfida, anche se un grandissimo musicista le sue opere sono poco rappresentate quindi, il mio obiettivo è quello di valorizzare il suo patrimonio musicale attraverso concerti, allestimento di opere, conferenze/musicali a lui dedicate invitando artisti e musicologi di alto profilo artistico, lavorando anche a stretto contatto con il prestigioso team di comunicazione già presente.

Il pubblico dell’opera sta cambiando con le nuove generazioni. Quali strategie ha adottato o intende adottare per avvicinare i giovani all’opera e all’arte attraverso il Menotti Art Festival?

Rendere l’opera accessibile a tutti, non farla percepire come obsoleta e di nicchia. Bisogna parlare ai giovani con il loro linguaggio ma senza mai snaturare la composizione. Arricchirla di narrazione, eseguire le opere narrate per i più giovani e non solo, anche per i neofiti. Far comprendere loro che i temi descritti dagli autori magari di duecento anni addietro sono sempre attuali, solo che anziché essere narrati a voce, nell’opera lirica sono cantati e messi in scena perché l’opera è una forma d’arte completa. Offrire loro biglietti gratuiti o a prezzi simbolici. Bisogna catturare l’interesse delle nuove generazioni, l’opera dev’essere assolutamente sdoganata dai teatri e portarla nelle scuole, nelle piazze nelle biblioteche, palazzi antichi..In sintesi affinché questo patrimonio non vada perduto bisogna innovare senza perdere autenticità parlando ai giovani e non solo, molto semplicemente affinché possono capire che l’opera è un arte universale.

In qualità di soprano e di direttrice, quali sono i suoi progetti futuri? Ha nuovi obiettivi artistici o eventi speciali che vorrebbe realizzare?

Progetti ne ho sempre molti, ho tante idee e tanta voglia di far conoscere a più persone possibili questa meravigliosa forma d’arte, affinché non vada perduta. Vorrei vedere i teatri, le sale da concerto, gli anfiteatri pieni di pubblico. Mi piacerebbe che il bel canto nel nostro paese “che ne è anche la patria” non venga lasciato parcheggiato in seconda fila come una bella auto d’epoca accessibile a pochi.

Qual è stata l’esperienza più memorabile o significativa che ha vissuto al Menotti Art Festival, sia come artista che come direttrice, e come l’ha influenzata a livello professionale e personale?

Qualche anno fa sono stata invitata ad esibirmi a casa Menotti ed è stato
molto emozionante pensare di essere nella stessa casa dove aveva vissuto il Maestro. Cantare, pensando che le note provenivano dal pianoforte dove lui componeva e suonava, mi faceva battere forte il cuore mi regalava emozioni inenarrabili.
Ancora non potevo sapere che più avanti avrei ricoperto questa importante carica che cercherò di onorare con l’onestà l’integrità morale e la professionalità che mi ha sempre contraddistinto negli anni.

Ebbene, Angelica Cirillo ci ha accompagnato in un viaggio emozionante attraverso la sua vita e la sua carriera, svelandoci non solo il talento straordinario di un soprano di fama internazionale, ma anche l’anima appassionata di una donna che vive per l’arte. La sua dedizione, il suo amore per la musica e la sua costante ricerca della perfezione sono un’ispirazione per chiunque incontri il suo cammino, sia sul palco che dietro le quinte.

La sua missione di rendere l’opera e le arti accessibili a tutti non è solo un obiettivo, ma una vera e propria vocazione, che porta avanti con la stessa intensità con cui canta: anima e cuore, sempre. Il suo lavoro al Menotti Art Festival, guidato dalla passione e da un profondo rispetto per la tradizione, è un dono prezioso per la cultura, un ponte che unisce passato e futuro, radici e innovazione.

Ringraziamo Angelica per aver condiviso con noi la sua storia, le sue emozioni ei suoi sogni. Il suo viaggio artistico è un messaggio di speranza e bellezza, un invito a credere che, attraverso l’arte, possiamo trovare un linguaggio universale capace di toccare il cuore di tutti. Le auguriamo un futuro ancora più luminoso, certo che continuerà a incantare il mondo con la sua voce e il suo instancabile impegno.

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