A cura di Ionela Polinciuc
Negli ultimi tempi, emergono dettagli inquietanti sulle feste lussuose organizzate da Sean Combs, alias Puff Daddy, attualmente detenuto nel Metropolitan Detention Center di Brooklyn. Il rapper e produttore musicale, in attesa del processo per accuse di traffico sessuale e altre gravi violazioni, è al centro dell’attenzione non solo per le accuse, ma anche per la descrizione di feste straordinarie e costose che sembrano riprendere uno stile di vita simile a quello delle celebri feste di Hugh Hefner, il fondatore di Playboy. A fare luce su questi eventi è stata anche Precious Muir, ex modella di Playboy, che ha raccontato di essere stata invitata a una di queste serate a New York, descrivendo atmosfere lussuose e un ambiente pericolosamente fuori controllo.
Un’organizzatrice di eventi che ha lavorato per Puff Daddy ha raccontato che durante le sue feste, caratterizzate da lussi sfrenati, venivano installazioni specchi ovunque. La scelta non sarebbe stata estetica, ma piuttosto legata a una sorta di ossessione del rapper per tenere sotto controllo ogni angolo dell’ambiente. La presenza dei numerosi specchi, che riflettevano ogni aspetto della festa, contribuiva a creare un’atmosfera di esibizionismo e libertà estrema che, secondo l’organizzatrice, trasformava presto le serate in vere e proprie orge con partecipanti impegnati in attività sessuali ovunque. Non solo: il budget per ciascun evento poteva superare anche il mezzo milione di dollari, impiegato per cibo gourmet, alcolici costosi, esibizioni di acrobati e ballerini, e persino animali vivi.
Precious Muir, intervistata recentemente, ha raccontato la sua esperienza di partecipazione a una festa di Puff Daddy, descrivendo un clima che ricordava l’ambiente delle celebri feste nella Playboy Mansion di Hugh Hefner. L’ex coniglietta ha rivelato di aver sentito che le modelle venivano trattate come “carne fresca” e di essere state percepite come una sorta di nuova “merce” da manipolare. «Qualcuno gli ha mostrato questo stile di vita», ha dichiarato, riferendosi a Puff Daddy, «e lui lo ha portato a un punto di non ritorno». La modella ha espresso il timore di parlare apertamente, sostenendo che molte altre persone nel mondo dello spettacolo sono riluttanti a rivelare questi abusi per timore di ritorsioni o di perdere la loro carriera.
Muir ha anche sottolineato le somiglianze tra le feste di Puff Daddy e quelle di Hugh Hefner, menzionando che vi era una sorta di “manuale” comune nel mondo dello showbiz, con le stesse celebrità e atleti che partecipavano agli eventi di entrambi. La modella ha ricordato un episodio emblematico della sua esperienza con Hefner, raccontando di averlo incontrato per la prima volta in una delle celebri “White Party” nella Playboy Mansion, occasione in cui Hefner, durante una foto, l’avrebbe toccata senza consenso.
Le dichiarazioni di Precious Muir evidenziano come le feste di Diddy abbiano prodotto un ambiente di abuso e manipolazione, comune in alcuni ambienti dello spettacolo, dove il lusso e la fama sono spesso associati a comportamenti di sfruttamento. Muir ha raccontato che, quando ci si trova per la prima volta in un evento di questo tipo, è facile lasciarsi convincere di trovarsi in una grande opportunità di networking. Ma presto, la consapevolezza che l’ambiente possa portare a situazioni di rischio diventa evidente.