A cura di Ionela Polinciuc
La nuova squadra di politica estera del presidente eletto Donald Trump prende forma, con Marco Rubio e Mike Waltz designati per posizioni chiave. Il senatore della Florida, Marco Rubio, è stato scelto per il ruolo di segretario di Stato, diventando così il primo latino alla guida della diplomazia americana. Rubio, noto per il suo approccio aggressivo verso Cina, Iran e altre nazioni ritenute ostili agli Stati Uniti, ha una lunga carriera politica e un passato come critico di Trump, anche se negli ultimi anni ha allineato le sue posizioni con la linea “America First”. “del presidente.
Mike Waltz, deputato e veterano delle forze speciali della Guardia Nazionale, sarà consigliere per la Sicurezza nazionale. Anche lui della Florida, è un fervente sostenitore di una politica intransigente verso la Cina e ha sostenuto l’importanza di ridurre la dipendenza americana dai minerali strategici cinesi. Waltz è critico anche nei confronti degli alleati NATO, ritenendo che debbano assumere maggiori responsabilità finanziarie per la difesa comune. Trump ha scelto entrambi per la loro fedeltà e la loro visione allineata alla politica isolazionista e di riduzione dell’impegno internazionale degli Stati Uniti, soprattutto nei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.
Con la nomina di Rubio e Waltz, Trump vuole evitare gli errori della sua prima presidenza, durante la quale dovette affrontare numerosi contrasti interni e frequenti cambiamenti ai vertici del governo. La politica estera del nuovo mandato punta a limitare l’impegno diretto nei conflitti esteri ea rafforzare il controllo dei confini, come nel caso del muro con il Messico. Rubio e Waltz, entrambi esperti e fedeli alla linea dura, rappresentano questo approccio pragmatico e mirato a proteggere gli interessi americani senza eccessive compromessi internazionali.
Trump sta ancora valutando il nuovo segretario alla Difesa, ma la scelta potrebbe ricadere sul generale in pensione Keith Kellogg, che ha collaborato con Trump fino al 2020 e che ha esperienza nella Sicurezza nazionale. Trump desidera evitare conflitti con il Pentagono, scegliendo un profilo “non ingombrante” e affidabile, pronto a eseguire gli ordini senza riserve. L’obiettivo è evitare i contrasti con i vertici militari che nel primo mandato hanno causato numerosi cambiamenti ai vertici del Dipartimento della Difesa.
Kellogg, apprezzato per la sua lealtà e discrezione, è favorevole a una riduzione del coinvolgimento americano nei conflitti esteri e potrebbe sostenere il progetto di Trump di utilizzare l’esercito per il controllo dei confini e per implementare una politica estera che riduca l’impatto della spesa militare.