5 Novembre 2024, martedì
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La Visitazione del Pontormo di nuovo esposta al pubblico

La Visitazione del Pontormo di nuovo esposta al pubblico
nella Sala del Fregio della Villa medicea di Poggio a Caiano


 

Terminati i lavori di allestimento e realizzazione della teca protettiva la Visitazione del Pontormo, trasferita di recente dalla Pieve di Carmignano attualmente inagibile, sarà nuovamente esposta al pubblico nella Sala del Fregio a poca distanza dal Salone di Leone X, dove si trova un altro capolavoro del Pontormo, l’affresco con Vertumno e Pomona del 1520-21.

La Diocesi di Pistoia e di Pescia ha accolto la proposta congiunta della Direzione regionale Musei nazionali  Toscana del Ministero della Cultura e del Comune di Poggio a Caiano, condivisa anche dal Comune di Carmignano, in accordo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato, di esporre a Poggio a Caiano i dipinti della Pieve per il tempo necessario al restauro della chiesa, che versa in condizioni conservative molto critiche, tali da non garantire la sicurezza al suo interno delle opere d’arte.


La Direzione generale Musei ha stanziato un finanziamento di 35mila euro a favore della Direzione regionale Musei nazionali della Toscana per  tutte le operazioni legate all’allestimento della Visitazione nella Sala del Fregio della Villa di Poggio a Caiano e all’adeguamento delle condizioni microclimatiche della stessa.

Nella sala della Giostra del Comune di Poggio a Caiano, che ha fornito anche un importante contributo economico per il trasporto, la movimentazione della Visitazione e la realizzazione della sua teca protettiva, hanno trovato ospitalità e sono esposte da settembre le altre pale d’altare provenienti dalla Pieve: la Madonna del Carmine e santi di G. P. Naldini e i Santi,  l’Annunciazione di Ambito fiorentino), la Natività di Ambito fiorentino), la Madonna del Rosario di C. Lotti, ‘Estasi di San Francesco  del Cigoli.

La Visitazione ora esposta nella Villa di Poggio a Caianooggi parte del nuovo istituto autonomo del MiC – Ville e residenze monumentali fiorentine diretto da Federica Bergaminifu dipinta dal Pontormo nel 1528-1529 ca. per la cappella dei Pinadori, famiglia di ricchi speziali antimedicei, all’interno della Pieve di Carmignano. Mai citata dal Vasari, è tornata all’attenzione della critica moderna grazie all’attribuzione di Carlo Gamba del 1924. L’attribuzione si basa su un passo del Bocchi-Cinelli (1677) che ricorda un modello preparatorio per i Pinadori riferito già all’epoca al Pontormo. Del modello si sono perse le tracce, ma sono conservati alcuni disegni preparatori nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, da cui si evince uno schema compositivo simile a quello utilizzato da Albrecht Dürer del 1497 nell’incisione raffigurante Quattro Streghe: è ben noto come il Pontormo si ispirasse frequentemente, nella forma e nei contenuti, all’arte d’Oltralpe. Dalle disposizioni testamentarie di Bartolomea del Pugliese, moglie di Paolo Pinadori, del 25 giugno 1538, si apprende che a quella data l’opera era già stata eseguita ed era destinata all’altare della famiglia nella Pieve di Carmignano. La morte di Paolo Pinadori nel 1526 è stata, con tutta probabilità, l’occasione per rinnovare la cappella di famiglia e per commissionare la nuova pala d’altare. I Pinadori, ricchi speziali fiorentini, erano anche fornitori di colori per artisti ed ebbero l’opportunità di conoscere il Pontormo per il tramite di Ludovico Capponi e della Confraternita di San Sebastiano, della quale facevano parte il giovane Bonaccorso Pinadori ma anche il Carucci e il Bronzino, che aveva anche eseguito un suo ritratto.

La pala raffigura l’incontro tra Maria e la cugina Elisabetta, entrambe incinte, narrato nel Vangelo di Luca: le due figure femminili, monumentali e slanciate, si uniscono in un abbraccio così vibrante e vivo da rappresentare l’animo umano in un attimo sospeso tra il reale e l’irreale. I volti, segnati da un’espressione di profonda commozione, sembrano riflettere un’interiorità complessa e tormentata e i corpi abbigliati con colori vivaci e cangianti alimentano un’atmosfera mistica, che trascende la dimensione terrena. Il contesto è tipicamente fiorentino, con altissimi palazzi caratterizzati dal bugnato in pietra serena e cornici marcapiano.

La composizione esprime un sentimento religioso di ispirazione riformata, e propone una invenzione formale di grande originalità (ed ancora in parte misteriosa), con l’accostamento delle quattro maestose figure femminili sdoppiate e poste a specchio su uno sfondo architettonico quasi astratto, con un gioco incrociato dei colori vivaci e contrastanti delle vesti e dei panneggi.

La datazione alla fine degli anni Venti del Cinquecento si motiva per lo stile a metà strada tra la Deposizione (1526-28) per la Cappella Capponi in Santa Felicita e il dipinto coi Diecimila martiri (1528-30) della Galleria Palatina di Firenze. Il restauro eseguito in occasione della mostra Pontormo e Rosso. Divergenti vie della “Maniera” (Firenze, Palazzo Strozzi, 2014) ha confermato la datazione e restituito i colori vibranti con cui la Visitazione era stata concepita in origine.

Come scrive il Vasari, il Pontormo era un artista “di singolare ingegno e di maniera molto propria”, capace di tradurre in immagini le più sottili sfumature dell’animo umano. Questa opera del Pontormo, lontana dagli schemi classici, è considerata oggi quasi un manifesto delle inquietudini del Manierismo, per le sue figure dalle forme allungate ed ovoidali, le loro pose innaturali, i colori usati in modo antinaturalistico e la ricerca di una bellezza inquieta e tormentata.

Nella Visitazione le peculiarità dello stile del Pontormo raggiungono un apice assoluto, dando vita ad un’opera che ancora oggi affascina e commuove. Nel 1995 l’artista statunitense Bill Viola, dopo aver casualmente visto l’opera riprodotta sulla copertina di un volume, ne rimase talmente affascinato che realizzò The Greeting, un’installazione audio-video che è un omaggio al dipinto. Per enfatizzare il mistero dell’incontro fra le donne, Bill Viola adoperò uno slow motion estremo, che dilata una azione di quarantacinque secondi in un video della durata di dieci minuti. L’impatto della poetica pontormesca fu tale che Viola nel 2013 volle scrivere una dedica al grande maestro fiorentino, con la toccante conclusione “with gratitude and respect”.

“L’intesa tra gli istituti competenti del Ministero della Cultura, la Diocesi di Pistoia e la Parrocchia di Carmignano, e i Comuni  coinvolti – dichiara Stefano Casciu, direttore regionale Musei nazionali della Toscana – ha prodotto un risultato di cui siamo molto soddisfatti: esporre il celebre capolavoro del Pontormo, una icona del suo stile inimitabile, nelle condizioni di massima sicurezza ed accessibilità, nella Villa che fu di Lorenzo il Magnifico e che ospita  un altro altrettanto celebre capolavoro dell’artista, la lunetta con Vertumno e Pomona. Sono certo che il territorio tutto trarrà un grande vantaggio da questa collocazione temporanea a Poggio a Caiano, nell’auspicio che la Pieve di San Michele Arcangelo possa quanto prima tornare ad accogliere un’opera identitaria per tutta la comunità di Carmignano”.

“E’ un grande onore per la Villa medicea di Poggio a Caiano e per il Museo autonomo delle Ville e residenze monumentali fiorentine, poter restituire al pubblico la Visitazione del Pontormo – afferma Federica Bergamini, dirigente delle Ville e Residenze monumentali fiorentine. Al piano nobile della Villa, il visitatore potrà immergersi in rari quanto inediti cortocircuiti tra la grande pittura del Cinquecento e tante altre opere enigmatiche, come il fregio attribuito a Bertoldo. Poggio a Caiano diventa così un percorso museale affascinante, ancor più ricco e certamente inaspettato”.

“La scelta della Villa di Poggio a Caiano – commenta la Soprintendente Antonella Ranaldi – è apparsa la più opportuna e convincente dettata da affinità storiche e artistiche e soprattutto dal legame della Visitazione al territorio a cui appartiene. Si offre infatti un’attrattiva in più, tra capolavori grandissimi, come la magnifica Villa medicea, per i visitatori, pensando intanto a riportare la Pieve di San Michele Arcangelo a Carmignano alle condizioni di sicurezza che permetteranno il ritorno delle opere in quella sede”.   

“Rendere alla fruizione dell’intera comunità la Visitazionedel Pontormo ed il patrimonio artistico ospitato nella Pieve di San Michele Arcangelo – sottolinea il Vescovo di Pistoia e di Pescia, Mons. Fausto Tardelli – è un momento di gioia. Sono certo che questa collocazione presso la Villa Medicea di Poggio a Caiano, che garantisce accessibilità e sicurezza e che ha visto una piena collaborazione tra le istituzioni coinvolte, valorizzerà non solo le opere ospitate, ma sarà anche un prezioso traino per mantenere alta l’attenzione e l’interesse sul recupero e la fruizione della Pieve di San Michele, restituendo quanto prima alla comunità di Carmignano la sua chiesa”. 

“Come Comune di Poggio a Caiano non possiamo che dirci orgogliosi di aver realizzato un’operazione culturale così importante – sottolinea l’assessore alla cultura Diletta Bresci – Le opere arrivate a Poggio a Caiano vanno ad accrescere il lustro del nostro territorio e vanno ad arricchire il nostro già vasto patrimonio artistico e culturale. Una grande soddisfazione per noi che deriva anche dal fatto che la Visitazione e le pale d’altare sono rimaste all’interno dei Comuni medicei, quello che possiamo definire il loro habitat naturale”.

La Villa medicea di Poggio a Caiano è un museo statale, oggi parte del nuovo Museo autonomo delle Ville e Residenze monumentali fiorentine, recentemente istituito dal Ministero della Cultura, che offre ai visitatori un affascinante percorso attraverso le sale storiche come il Salone di Leone X, il Teatro mediceo e la Sala dei biliardi, ricche di affreschi, arredi ed opere d’arte dal Cinquecento all’Ottocento, che testimoniano il passaggio delle dinastie dei Medici, degli Asburgo-Lorena e dei Savoia. Al secondo piano della villa si trova inoltre il Museo della Natura morta, l’unico museo in Italia dedicato a questo genere pittorico, che ebbe la sua massima fortuna tra la fine del Cinquecento ed il Settecento, e del quale i Medici furono grandi amanti e collezionisti.

La Visitazione si potrà ammirare all’interno del consueto percorso di visita, da martedì a domenica con ingresso ogni ora a partire dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 15.30. La prenotazione è obbligatoria e gratuita al numero +39 055 877012.

Inoltre, domenica 13 ottobre la Villa sarà straordinariamente aperta anche in orario serale con visite accompagnate alle ore 20, 21, 22 e prenotazione obbligatoria

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

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