20 Maggio 2024, lunedì
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Licenziarsi per stress: cose da sapere

Ebbene, iniziamo col dire che la Cassazione ha stabilito che l’atteggiamento ansioso del lavoratore, derivante da una sua attitudine caratteriale, non è un elemento sufficiente per avanzare una richiesta di risarcimento nei confronti del datore. Né lo è il carattere stacanovista di chi lavora oltre il necessario pur senza che l’azienda glielo chieda.

Detto questo, bisogna inoltre sapere che Il datore è responsabile direttamente quando la prestazione lavorativa supera sistematicamente i limiti di legge o del contratto collettivo e si protrae per diversi anni e qui ricordiamo la Cassazione con la sentenza. n. 26450/2021, n. 12538/2019). E lo è quando non consente al lavoratore di fruire dei riposi giornalieri o settimanali.

Nel momento in cui il datore di lavoro non rispetta le sue responsabilità verso un suo dipendente, quest’ultimo, ha tutto il diritto a:

  • pretendere il pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso;
  • ottenere dall’Inps l’assegno di disoccupazione (la cosiddetta Naspi);
  • avviare un giudizio contro il datore di lavoro per ottenere il risarcimento del danno morale e alla salute.

Ricordiamo inoltre che ben due recenti ordinanze della Cassazione (la n. 28923 e n. 29101, rispettivamente del 18 e del 19 ottobre) hanno sancito il diritto del dipendente a ottenere il risarcimento in caso di ambiente lavorativo stressogeno.

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