A cura di Giovanni De Ficchy
Ad un anno dall’insediamento del Governo presieduto da Giorgia Meloni, non me la sento ancora di tracciare un bilancio, a mio parere è ancora troppo presto per farlo, e tra l’altro non ne vedo la necessità.
Le riforme, ed i cambiamenti , accennati in campagna elettorale, richiedono tempi più lunghi per essere realizzate.
I governi tecnici, istituzionali, soggiogati dalla cultura del centro sinistra, dell’ultimo decennio, che avevano un orizzonte temporale limitato, avevano trasmesso un’immagine, molto rarefatta, del nostro paese.
L’unica verità è che l’Italia, comincia finalmente ad intraprendere, un percorso di cambiamento che la rende più credibile agli occhi del mondo.
Rimane molto lavoro da svolgere, nei restanti anni di governo, la riforma della giustizia, ad esempio, quella della scuola, e quello del mondo del lavoro.
Le risorse non sembrano essere sufficienti per permettere al governo di introdurre subito riforme strutturali, anche in ragione del consistente buco di bilancio lasciato dai governi Conte.
Il tema di maggior difficoltà per l’esecutivo in questo primo anno, è stato sicuramente il fenomeno dell’immigrazione clandestina.
“La premier sta facendo miracoli”, aveva affermato Matteo Salvini al raduno di Pontida mentre Giorgia stava a Lampedusa con la presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen per mostrare la drammatica situazione aggravatasi con gli ultimi sbarchi di immigrati.
Riusciva a far capire all’Unione Europea, che l’Italia da sola non può farcela a gestire il fenomeno, ed incassava il sostegno della Presidente della commissione, che successivamente si è trasformato in un impegno fattivo.
Nella ricerca di soluzioni strutturali di lungo periodo.
L’immigrazione clandestina genera problemi anche sul versante della sicurezza, e i recenti provvedimenti governativi vanno proprio in direzione del rafforzamento della sicurezza percepita.
Certo in questo anno ci sono state diverse difficoltà, l’alluvione in Emilia Romagna, per esempio, la recente guerra in Israele, e la difficile situazione economica internazionale.
Il Governo e la maggioranza tuttavia stanno marciando speditamente, verso la realizzazione del programma che si sono dati, chiaramente nell’arco dei cinque anni di legislatura.