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2 agosto 1980, 14 agosto 2018 : due date da ricordare con rispetto

A cura del Prof. Sabatino D’Agostino

Come molti americani ricordano dove fossero e cosa stessero facendo il 22 novembre 1963, il giorno in cui fu assassinato il presidente John Fitzgerald Kennedy, molti italiani di certo non hanno dimenticato come vissero le giornate del 2 agosto1980 e del 14 agosto 2018, quelle della strage alla stazione di Bologna e del crollo del ponte Morandi a Genova.

Come da anni è tradizione, gli italiani vanno in vacanza ad agosto  :  fabbriche ed uffici chiudono nell’ottavo mese dell’anno e molti, quelli che possono, ne approfittano per godersi un meritato periodo di ferie , riposo e divertimento. Inoltre, tanti stranieri affollano le nostre località turistiche, attratti dalle bellezze paesaggistiche ed artistiche del Belpaese. Quel sabato mattina fa molto caldo e la stazione di Bologna, snodo ferroviario cruciale tra Nord e Sud della penisola è affollatissima, piena di gente che parte per le vacanze. Alle 10.25 un’esplosione terribile sconvolge lo scalo ferroviario  : un passeggero affacciato al finestrino di un treno vede volare davanti a sé una testa senza corpo. Una nuvola di polvere e calcinacci nasconde tutto, l’ onda d’urto ed il fragore sono spaventosi. Poi, per qualche istante un silenzio irreale è il rumore della morte. L’orologio della stazione si ferma alle 10.25 e, da allora, segna per sempre quella tragica ora. Pochi momenti e si odono gli strazianti lamenti dei feriti. Si mette in moto la macchina dei soccorsi, ma non ci sono ambulanze a sufficienza : per il trasporto delle vittime verso gli ospedali si utilizzano i taxi e, soprattutto, gli autobus del servizio urbano. Si diffonde la notizia, subito ritrasmessa da radio e televisione , dello scoppio di una bombola nei locali della cucina del ristorante. Ma non trascorrono molte ore e la verità, spaventosa e crudele, viene a galla : è stata una bomba messa lì e fatta esplodere da terroristi. Alla fine, si conteranno ben 85 morti e centinaia di feriti : nessuna strage, né quella di Piazza Fontana, né quella del treno Italicus, né quella di Piazza della Loggia, né quella di Ustica, ha mai mietuto tante vittime nella storia dell’ Italia repubblicana. Ci vorranno decenni per individuare i responsabili dell’atto terroristico e per condannarli in via definitiva. Con sentenze passate in giuudicato, la magistratura ha colpito gli autori materiali della strage ed ha fatto luce, almeno in parte, sui mandanti. Pare che dietro l’attentato vi fosse la loggia massonica della P2 di Licio Gelli. Molto meno si sa sui reali motivi della carneficina, anche perché molti documenti sull’ evento sono ancora secretati e perché ci sono stati molti depistaggi da parte dei servizi segreti deviati. Ma deviati da chi e per cosa? E perché  su una strage di civili c’è il segreto di stato? Ogni anno a Bologna, il 2 agosto, si tiene una manifestazione per ricordare le vittime e per chiedere tutta la verità. Quest’anno un uomo politico laziale, tal De Angelis, ha scritto di sapere ,con assoluta certezza, che i condannati per la strage non sono i veri colpevoli ed ha rimproverato i massimi rappresentanti delle istituzioni, dal presidente della Repubblica, Mattarella, al presidente del Senato, La Russa, perché hanno posto l’accento sulla matrice neofascista dell’attentato. Nessuna procura si è mossa per chiedere a De Angelis quale altra verità conosca e come ne è venuto a conoscenza. De Angelis è stato molto criticato, ma, sostanzialmente ha confermato le proprie posizioni, scaturite, lui dice , dall’amor di verità. Però, non sa dire quale sia questa verità. Bene , si cerchi la piena verità. Ma non si faccia di una tragedia uno strumento di propaganda e scontro politici. Una sola realtà è certa : si deve profondo rispetto a quegli 85 morti, ricordati nella lapide affissa nella sala d’aspetto della stazione di Bologna, ed ai familiari inconsolabili delle vittime.

C’è un forte temporale quella vigilia di Ferragosto su Genova : la foschia provocata dalla fitta pioggia nasconde un po’ tutto. Chi si affaccia dalle palazzine del quartiere accanto al fiume, a stento intravede gli originali piloni che sorreggono il viadotto sul Polcevera, da tutti conosciuto come Ponte Morandi, dal nome di colui che lo ha progettato oltre 50 anni prima. Poi, all’improvviso, nella nebbiolina che avvolge la struttura  , qualcuno vede scomparire le grandi”V” capovolte, in cemento armato, caratteristiche della struttura.  Alle 11.36 del 14 agosto 2018 il ponte Morandi crolla, travolgendo 43 sfortunati viaggiatori che, proprio in quel momento lo attraversano. Una forte emozione colpisce tutta l’Italia, tutto il Paese partecipa, commosso, anche solo a distanza, benchè sia piena estate, al funerale di stato che si tiene a Genova, tutti chiedono che venga fatta luce sui motivi del disastro e che siano assicurati alla giustizia i responsabili della catastrofe.

Il ponte, simbolo della città di Genova, viene ricostruito in appena due anni, su progetto del famoso architetto genovese Renzo Piano, si avvia la procedura per esautorare la società che gestiva il vecchio viadotto crollato. Ma , trascorsi cinque anni dalla tragedia, il processo per individuare e condannare i colpevoli è appena iniziato .Si è scoperto che né vigilanza, né manutenzione erano state regolari e continue, anche perché , stranamente, erano affidate alla stessa società che aveva in concessione la struttura, che gli organi dello stato preposti al controllo erano stati latitanti, che si sapeva da tempo che la geniale creazione di Morandi aveva dei punti deboli, come lo stesso ingegnere aveva ammesso, che , addirittura, il contratto tra lo stato ed un privato che si accollava l’onere del funzionamento di un’opera pubblica era secretato in alcune sue essenziali parti. Infine, per far uscire la società privata dalla gestione del viadotto, lo stato ci ha impiegato anni ed ha pagato quasi 9 miliardi di euro : chissà quali indicibili clausole erano in quel patto segreto, tanto più che risulta che la società privata sia ancora cointeressata nell’ attuale vita delle strutture autostradali. Inoltre, per far saltare i tronconi del Morandi rimasti pericolanti dopo il crollo, gli abitanti degli edifici del quartiere sono stati fatti sgomberare e mai più potranno tornare nelle loro case. Anche per tutti gli sfollati si chiedono verità e giustizia. Ma ,soprattutto, come per i morti della stazione di Bologna, anche per le vittime innocenti del crollo del ponte Morandi e per i loro parenti travolti dal dolore, si pretende rispetto. Si vuole che la loro tragedia sia ricordata in silenzio e non sia sporcata dalle solite beghe politiche.

                                                                                                   

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