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PNRR. Barbagallo: “Occasione persa per la Sicilia, Schifani responsabile per 1,4 mld tagliati”

Il PD Sicilia avvia campagna via social sui fondi persi per responsabilità Regione

Palermo, 25 agosto 2023 – Il PNRR è un’occasione mancata per la Sicilia. Il fallimento (dell’ennesima occasione mancata) è nei numeri e nei dati elaborati dal Partito Democratico Sicilia che, fin dall’inizio, monitora lo stato di attuazione del Piano. Eccone alcuni che, scorporati per linee tematiche e per ogni singola provincia, saranno oggetto di una campagna di comunicazione via social sui canali Facebook e Instagram del PD Sicilia, a partire dal claim: “- 1,466 miliardi di euro tolti alla Sicilia. E Schifani sta a guardare”. 

Il fallimento di Schifani è nei numeri: Per quanto riguarda i PUI (Piani urbani integrati) il taglio ammonta a 516 milioni di euro: – 198 milioni per la città metropolitana di Palermo, – 182 milioni per quella di Catania (-51 per Catania e -134 per il Calatino) e – 132 milioni per quella di Messina. Attraverso i PUI si sarebbero potuti finanziare progetti di recupero e riqualificazione di aree degradate ma anche interventi a valenza ambientale, culturale e turistica.

Ecco il dettaglio dei tagli ai PUI provincia per provincia

Catania, -369 milioni di euro: -185 milioni per i PUI; -86 milioni per la rigenerazione urbana; -58 milioni per per la valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni; -27 milioni per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità; – 8 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; -5 milioni per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano;

Palermo, -359 milioni di euro: -198 milioni per i PUI; -60 milioni per la valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni; -54 milioni per la rigenerazione urbana; -23 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; -14 milioni per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità; -7 milioni per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano; -2 milioni per la gestione del rischio alluvione e riduzione del rischio idrogeologico.

Messina, -274 milioni di euro: – 132 milioni per i PUI; – 71 milioni per la valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni; -3 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; -28 milioni per la rigenerazione urbana; -25 milioni per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità. -16 milioni per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano; 

Agrigento, – 95 milioni di euro: -25 milioni per milioni per la valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni; – 1 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; -47 milioni per la rigenerazione urbana; – 17 milioni per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità.- 5 milioni per la gestione del rischio alluvione e riduzione del rischio idrogeologico.

Siracusa, -92 milioni di euro: -56 milioni per la rigenerazione urbana; -23 milioni per per la valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni; -7 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; -5 milioni per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità.

Ragusa, -80 milioni di euro: -24 milioni di euro: -18 milioni per la valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni; -2 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; -51 milioni per la rigenerazione urbana; -4 milioni per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità.

Trapani, – 75 milioni di euro: -19 milioni per la valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni; -73 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; – 46 milioni per la rigenerazione urbana; -6 milioni per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità.

Caltanissetta, -62 milioni di euro: -18 milioni per la valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni; – 3 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; – 30 milioni per la rigenerazione urbana; – 10 milioni per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità.

Enna, -39 milioni di euro: -20 milioni per la rigenerazione urbana; -9 milioni per la valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei comuni; – 9 milioni per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità; -1 milione per la gestione del rischio alluvione e riduzione del rischio idrogeologico.

Un lavoro, quello del PD siciliano realizzato dalla responsabile del dipartimento PNRR, Cleo Li Calzi, che ha messo su un osservatorio sui dati ed un sistema di monitoraggio permanente, per supplire proprio alle carenze informative sui fondi PNRR da parte della Regione. Non esiste infatti nessuna struttura della Regione in grado di avere la panoramica completa delle risorse PNRR attratte in Sicilia.

“Questo attesta l’inadeguatezza e l’assoluta impreparazione del governo regionale guidato da Renato Schifani. Abbiamo lanciato l’allarme in tempi non sospetti proprio perché ci attendevamo una reazione, anche minima, in difesa degli interessi della Sicilia che – dichiara il segretario regionale, Anthony Barbagallo – purtroppo da palazzo d’Orleans non è arrivata. Per questo la dichiarazione di Schifani che sostiene che il trend di crescita economica della Sicilia si conferma e anzi è in crescita, ci lascia di stucco. Ma di quale crescita parla? I dati diffusi dalla Cgia di Mestre secondo cui il Pil della Sicilia cresce più di Germania e Francia sono fuorvianti. Non dicono infatti che nello stesso report si evince che cresce la forbice tra nord e sud di Italia. Schifani non ha nessun merito sugli indici di crescita, che sono comunque riferiti su risorse nazionali del 2020-2022, mentre lui stesso nella delibera del 27 luglio scorso ha ammesso i gravi ritardi nella spesa regionale che hanno determinato il mancato assorbimento di investimenti per oltre 1 miliardo per i quali ha proposto la riprogrammazione essendo fuori dai target di fine 2023”.

“Preoccupa non poco la promessa di rifinanziarli con le risorse FSC – aggiunge Cleo Li Calzi, che è inoltre componente del dipartimento nazionale PNRR – già di competenza della Regioni. Per questo vigileremo sui contenuti dell’Accordo Stato-Regione Sicilia che renderanno esecutive – e quindi effettivamente disponibili – le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione, che servivano alla Sicilia per finanziare ulteriori opere”.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

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