26 Maggio 2024, domenica
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Querela per stalking: quando è irrevocabile?

Generalmente, la querela può essere ritirata da chi l’ha sporta fino a che non sia intervenuta una sentenza di condanna definitiva. In altre parole, è sempre possibile tornare sui propri passi e rinunciare alla pretesa punitiva.

Questa regola non è però sempre valida. Un esempio è dato dalla violenza sessuale, la cui querela è sempre irrevocabile. Per lo stalking, invece, l’irrevocabilità scatta solamente al ricorrere di alcune circostanze.

Al ricorrere di alcune circostanze, tuttavia, la pena subisce un incremento. Per la precisione, la pena è aumentata se il fatto è commesso:

  • dal coniuge, anche separato o divorziato;
  • da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla vittima;
  • attraverso strumenti informatici o telematici.

Inoltre, bisogna sapere che la pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso:

  • a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità;
  • con armi o da persona travisata

lo stalking è un reato procedibile a querela di parte. Ciò implica essenzialmente due conseguenze:

  • solamente la vittima (cioè, la persona “stalkerizzata”) può segnalare l’accaduto alla polizia;
  • fino a che non sia intervenuta una sentenza definitiva di condanna, la querela può sempre essere rimessa.

La legge parla chiaro, infatti, la querela è irrevocabile se il fatto è stato commesso mediante minacce gravi e reiterate.

Si definiscono minacce “gravi” quando sono commesse con le armi, da persona travisata, con scritto anonimo, da più persone riunite o in qualsiasi altro modo che possa ingenerare nella vittima un reale e fondato timore per la propria incolumità.

In poche parole, la vittima di stalking non può più tornare indietro dopo aver presentato la querela: questa diventa irrevocabile, escludendo qualsiasi possibilità di remissione della stessa.

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