A cura di Ionela Polinciuc
Una tragedia senza fine ha colpito la comunità di Secondigliano, a Napoli, quando il corpo di Alfredo Nocerino è stato trovato esattamente nello stesso garage dove tre mesi prima avevano perso la vita suo figlio Vincenzo Nocerino e la fidanzata Vida Shalavalad, entrambi asfissiati dai gas di scarico dell’auto.
La scoperta ha gettato ulteriormente nello sconforto la famiglia Nocerino e l’intera comunità locale, già devastata dalla perdita dei giovani fidanzati. Il dolore ha subito una nuova, tragica dimensione con la morte di Alfredo, il padre di Vincenzo, trovato senza vita nello stesso box auto dove si erano consumate le precedenti tragedie familiari.
La polizia ha avviato un’indagine sulla morte di Alfredo Nocerino, con l’ipotesi principale che si sia tolto la vita. Ancora una volta, il garage di via Fosso del Lupo è diventato il teatro di un dramma familiare che ha colpito duramente la comunità.
Nel tragico incidente precedente, i due ragazzi erano stati ritrovati chiusi nell’auto, con la saracinesca abbassata, vittime dell’intossicazione da monossido di carbonio. Il motore dell’auto era rimasto acceso per mantenere caldo l’abitacolo, ma l’accumulo di gas letale aveva saturato l’ambiente, portando alla morte di entrambi.
La scoperta è stata fatta dal padre di Vincenzo, che si era preoccupato per il mancato rientro a casa del figlio e per l’assenza di risposta alle chiamate telefoniche. Giunto nel garage di casa, ha trovato la tragica scena: il motore della Panda rossa ancora acceso e l’aria del locale irrespirabile. Nonostante i soccorsi fossero stati chiamati prontamente, i giovani erano già deceduti.
Ora, con la morte di Alfredo Nocerino, la tragedia si fa ancora più cupa, lasciando un vuoto indelebile nella comunità e nella famiglia stessa, colpita ripetutamente da un destino crudele e incomprensibile.
