7 Maggio 2024, martedì
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Il 2023 è l’anno dell’addio al Reddito di cittadinanza

A cura di Luigi Castiello

Come noto ormai a tutti il 2023 è l’anno dell’addio al Reddito di cittadinanza. 
La legge di bilancio 2023 n. 197 2022, ha anzi stabilito che già dal 1° agosto 2023 alcuni nuclei familiari cessino di percepire il contributo economico reddito di cittadinanza, luglio è il mese dell’ultimo pagamento del Reddito di cittadinanza 2023, almeno per alcune categorie. Stessa cosa vale per la pensione di cittadinanza. L’erogazione, che solitamente avviene verso metà mese, sarà interrotta per gli occupabili, come era stato stabilito dalla Manovra di bilancio 2023, che ha ridotto le mensilità a sette per queste categorie.
Con nota INPS Nm. 2632 del 12 luglio, si precisa che a luglio termina il sussidio per gran parte dei beneficiari, da agosto non riceveranno più l’accredito.
L’INPS con una nuova nota del 28 luglio ha specificato che ci sono altre categorie di beneficiari continueranno a ricevere l’RDC fino al 31 dicembre 2023. Le ultime precisazioni in merito sono poi state date da Inps all’interno della nota del 28 luglio, la sospensione sarà revocata esclusivamente alle persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo.
E’ tutto scritto nel Decreto Lavoro numero 48, da poco convertito in Legge, che abolisce il sussidio per l’inserimento lavorativo erogato dal 2019 ad oggi e lo sostituisce con l’Assegno di Inclusione in vigore da gennaio 2024 e con un altro sussidio da 350 euro a partire da settembre.
Da agosto 2023 c’è chi non riceverà più il reddito di cittadinanza e chi invece continuerà a beneficiarne.
Il Decreto Lavoro 2023, pensato per essere una misura di attivazione al lavoro, mediante la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro, sarà attuata per coloro che dal 2024 non potranno più chiedere l’Assegno di Inclusione.
Da sarà il supporto per la formazione ed il lavoro, è un sussidio economico, in aiuto a quei cittadini occupabili che ne beneficiavano con Isee fino a 6 mila euro ; l’importo è di 350 euro al mese, per massimo di 12 mensilità, con obbligo di partecipare a programmi di formazione e progetti di pubblica utilità.

Chi può usufruire del sussidio:

* i componenti dei nuclei familiari di età compresa tra 18 e 59 anni,

* con un valore dell’ISEE familiare in corso di validità fino a 6 euro annui,

* che non hanno i requisiti per accedere al futuro Assegno di inclusione 2024.

Dal 1° gennaio 2024 sarà introdotta la misura di reinserimento lavorativo e lotta alla povertà, l’Assegno di inclusione, articolo 1 decreto lavoro.Si tratta di una misura nazionale in contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, e di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro.
ASSEGNO DI INCLUSIONE DA GENNAIO 2024 È un sussidio economico, condizionato alla prova dei mezzi e alla adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, riservato ai nuclei familiari in cui è presente un minore o una persona oltre 60 anni o con disabilità.

Per approfondire il tema delle politiche di welfare; i beneficiari sono:

La famiglia dovrà avere un Isee non superiore a 9.360 euro come per il reddito di cittadinanza, moltiplicati per il coefficiente di una scala di equivalenza prestabilita.

* cittadini italiani

* cittadini europei o loro familiari

* cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo, residenti in Italia per almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Reddito e Assegno di inclusione: le sanzioni

Fino alla data di entrata in vigore dell’atteso decreto ministeriale attuativo l’inosservanza delle norme comporta l’applicazione delle sanzioni già previste dalla normativa sul Reddito di cittadinanza. 
Il decreto Lavoro 48 2023 prevede da quella data l’inasprimento delle sanzioni e in particolare :
in caso di dichiarazioni false nella richiesta di Assegno di Inclusione: reclusione da 2 a 6 anni. 
In caso di mancata comunicazione di eventuali variazioni del reddito o del patrimonio: reclusione da 1 a 3 anni.

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