25 Aprile 2024, giovedì
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Sicurezza sociale: esiste un problema grave? Dalla rubrica A.U.G.E., Giudice Angelo Turco ci risponde

A cura di Ionela Polinciuc

Giudice Angelo Turco: parlando della sicurezza sociale, qual è secondo Lei il problema più grave?

Oggi la sicurezza sociale è un tema di drammatica attualità, drammatica perché mai una società, figlia di repubbliche e democrazia, aveva raggiunto questo livello di alta criminalità, che stiamo vivendo sulla nostra pelle, alla quale questo stato rivela, in tutta la sua assenza, come non sia capace di far fronte. L’insicurezza serpeggia nelle strade, soprattutto per i pedoni, nella riservatezza delle proprie abitazioni, nella tutela dei propri oggetti e proprietà, nei centri commerciali e negozi in genere per l’altissimo livello di criminalità da cui siamo oppressi e circondati. Il dilagare, insano e incivile, di immigrati che si riversano nei nostri territori, senza sostentamento economico nè inserimento e nè controllo, aggrava in maniera considerevole la già alta criminalità nostrana di cui riempie, inevitabilmente, le fila. Governi incoscienti hanno consentito il proliferare delle ONG che sono società criminali autorizzate e quindi dell’invasione di gente CHE NON SCAPPA DA NESSUNA GUERRA NE’ PERSECUZIONE del proprio paese ma semplicemente vogliosa nell’arrivare nel fertile terreno italiano dove l’impunità di qualsiasi reato regna sovrana , i tempi di un processo penale sono di disperata lunghezza e la certezza di farla franca altissima. Assistiamo ad un degrado sociale che inizia dalle scuole, dove si è permesso a genitori, non certo di sani principi, di aggredire l’insegnante per una bocciatura o rimprovero all’alunna scostumata o non studiosa e, cosa ancor più grave, nell’assenza delle istituzioni e giuste difesa da parte dell’organo scolastico. Si comincia da qui e con questi permissivi attacchi ignobili che si insegna la violenza, il delinquere e che così si ottiene rispetto e ragione. Lo stato è assente ed impotente da quando ha posto nel cassetto IL CODICE DI PUBBLICA SICUREZZA, quando ha privato le forze dell’ordine di intervenire nell’immediatezza senza attendere permessi od autorizzazione di procure da tavolino, privato le forze dell’ordine di usare delle armi ovvero cancellato moralmente un codice che garantiva non solo una sicurezza per il cittadino lavoratore ed onesto ma anche il tutore della legge stesso essendo innegabile il rischio affrontato continuamente nello svolgimento del proprio lavoro. Il livello di insicurezza deriva anche dal fatto che sono stati disapplicati i fermi in cella per una o due notti per vagabondi ed ubriachi lasciati invece per strada, nella inesistenza di carceri mandamentali per disturbo quiete pubblica, vagabondaggio, ubriachezza e violazioni della riservatezza nel vivere quotidiano. Oggi il cittadino medio è preda ogni giorni di essere vittima di una aggressione od incappare in situazioni pericolose e soprattutto le donne subiscono in maggioranza sfregi violenze e stupri soprattutto da extracomunitari. Un paese che predica la lotta alla violenza non ha nessuna credibilità quando di fatto PONE NEL VUOTO UN CODICE DI PUBBLICA SICUREZZA che tanto garantiva, PRIVA GLI AGENTI DI INTERVENTI IMMEDIATI E COERCITIVI, ADDIRITTURA PUNISCE L’AGENTE CHE NELL’ESERCIZIO DEL PROPRIO DOVERE FA LEGITTIMO USO DELLE ARMI (poichè, nella attuale regolamentazione, non ha alcun senso le portino) e certamente nel corretto uso e necessità. Se il tutore dell’ordine non può agire contro il malvivente questo tutore non potrà mai proteggere il cittadino. Uno stato che passa da giornale in giornale e tv a predicare la lotta alla violenza e che di fatto poi nulla fa per arginarla anzi disarma le proprie forze dell’ordine è veramente deplorevole. Ed oggi siamo arrivati al livello massimo in cui l’insicurezza sia potuta arrivare, a tutti i livelli, dove aggressioni, morti, stupri, spaccio, lesioni, furti e rapine sono a livello quotidiano nell’impotenza delle forze dell’ordine ormai a poterle arginare e tutto questo sotto una evidente assenza dello stato che, se non può non rendersi conto della gravità in cui la sicurezza sociale versa, allora la consente. Il tema della sicurezza sociale si pone, oltre che a livello fisico, di vita da relazione, libertà di movimento, integrità personale ed economica, anche e soprattutto in tema sanitario. La sanità è in continua fatiscenza, carenza di personale medico e paramedico, di strutture, mezzi e sovente gestita da insufficienza e superficialità. Il ragazzo di Agropoli che per una problematica trombotica è stato sbattuto da Agropoli a Vallo della Lucania e poi a Salerno dove il padre stava crepando per la disperazione per le omesse cure e soccorsi è uno dei tanti episodi ed esempi di malasanità e che certamente rientra nella sicurezza sociale sotto il profilo della certezza delle cure che invece non c’è. Sicurezza sociale investe il tema della giustizia, della scuola, della sanità e poi del lavoro e della economia e che attualmente è totalmente, a mio avviso, non inadeguata, ma, INESISTENTE. Questo paese è in balia del più forte, dell’oppressore, del violentatore e soprattutto del bullismo che, come dicevo prima, nesce nelle scuole ed è, per buona parte, determinato dalla tracotanza dei genitori stessi e per altra parte dalla assenza di giuste punizioni insegnando ai ragazzi che essere corretti, educati, rispettosi e studiosi è da stupidi poichè, nei loro confronti valgono punizioni e dinieghi mentre per chi interagisce con violenza corrisponde rispetto ed ascolto. E’, quello della SICUREZZA SOCIALE, un dramma silente la cui violazione ed abbandono, si consuma giorno per giorno in tutte le strade, vie, luoghi di questo paese, dove ogni giorno si muore, si è aggrediti, violentati, perseguiti, minacciati e dove ormai le forze di polizia omettono interventi diretti, se non triplicamente previamente autorizzati, perché a loro volta perseguiti ed incriminati (gli esempi potrebbero essere tantissimi) ed il cittadino resta in balia di se stesso subendo due violenze. La prima, quella fisica e la seconda, quella dell’impunità del violentatore o criminale o delinquente.

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