23 Aprile 2024, martedì
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I disturbi del comportamento alimentare: cause e conseguenze

A cura di Marilena Lombardi

I disturbi del comportamento alimentare riguardano non solo ragazzi in fase adolescenziale ma anche persone adulte che si rifugiano nel cibo tentando invano di eliminare una forte sofferenza emotiva che li porta ad abbuffarsi. Ma il disturbo alimentare non è solo un rifugio, spesso è un angolo di inferno in cui una persona si ritrova a dover combattere. Le persone che ne soffrono riscontrano difficoltà enormi nella vita quotidiana e quindi nel lavoro e nelle relazioni interpersonali.
I DCA (disturbi del comportamento alimentare) possono essere racchiusi principalmente in tre gruppi:
1- L’anoressia: la persona è totalmente ossessionata dal proprio peso e dal calcolo
delle calorie di ogni pasto che potrebbe ingerire e non riesce ad osservare il proprio
corpo in maniera oggettiva.
2- La bulimia: spesso la sofferenza che si cela dietro questa faccia dei DCA è immensa
poiché è caratterizzata dalla perdita del controllo e, dunque, da abbuffate continue
a cui seguono metodi compensativi.
3- Il disturbo binge, definito anche disturbo da alimentazione incontrollata:
caratterizzato da crisi bulimiche ma senza la messa in atto di comportamenti di
compensazione. Pertanto i pazienti che soffrono del disturbo binge saranno per lo
più in sovrappeso od obesi.
Caratteristiche in comune
Tutti e tre i disturbi hanno comunque una caratteristica in comune: l’alterazione
dell’immagine corporea.
Ma ciò che li accomuna è anche la difficoltà a chiedere aiuto a persone competenti come psicoterapeuti e/o psichiatri. Questa difficoltà è, senza dubbio, dettata dalla mancanza di consapevolezza che il soggetto non riesce ad acquisire nell’immediato.
Percorsi di cura Il percorso per uscire dai disturbi alimentari è molto lungo e tortuoso e non sempre si ottengono risultati positivi. Vi sono anche moltissimi altri casi, però, in cui la persona che ne è affetta reagisce in maniera proattiva e, di conseguenza, anche il percorso psicoterapico riesce nel suo intento, consentendo al paziente di vivere una vita degna di
essere vissuta. L’approccio, infine, più utilizzato dai medici è la terapia cognitivo-
comportamentale che consente di analizzare cause e conseguenze di ogni disturbo,
fornendo strategie per poter controllare determinati impulsi.

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