Dalla cedolare secca all’Imu, passando per le esecuzioni immobiliari: il documento diffuso da Confedilizia.
In occasione delle ultime consultazioni elettorali, Confedilizia ha diffuso un documento contenente 5 elementi che la Confederazione considera prioritari per il settore immobiliare e che include specifiche proposte di interventi normativi, che si possono ulteriormente sottolineare anche a seguito dell’insediamento del nuovo Governo. Si espongono sinteticamente i contenuti del documento.
Superare la tassazione patrimoniale – Dal 2012, sugli immobili incombe, ogni anno, un’imposta patrimoniale (l’Imu) che grava per circa 21/22 miliardi di euro su milioni di famiglie. Occorre iniziare a ridurre questo carico di tassazione, che è – per definizione – progressivamente espropriativo del bene colpito. La riduzione del carico impositivo si potrebbe realizzare con alcuni interventi, anche congiunti, così sommariamente ipotizzabili:
riduzione dei moltiplicatori per la determinazione della base imponibile Imu;
deducibilità dell’imposta dal reddito;
eliminazione dell’imposta, per un quinquennio, per gli immobili situati nei piccoli centri, al fine di consentire la rinascita dei borghi;
eliminazione dell’imposta per gli immobili non utilizzati;
eliminazione dell’imposta per gli immobili inagibili, ora colpiti nella misura del 50%.
Il sistema di fiscalità locale fondato sull’Imu e su altre imposte locali dovrebbe essere superato e sostituito con un tributo collegato ai servizi forniti dai Comuni e commisurato al beneficio apportato da tali servizi ai singoli immobili. Il nuovo tributo dovrebbe avere un carattere di corrispettività e dovrebbe essere a carico dei residenti (proprietari e conduttori) ma anche dei non residenti e, comunque, dei soggetti che occupino l’immobile in via transitoria in relazione ad attività, lavorative o di diversa natura, svolte nei Comuni.
Rilanciare gli affitti commerciali – La locazione di immobili a uso diverso dall’abitativo (locali commerciali, uffici ecc.) da parte di persone fisiche è gravata (direttamente o indirettamente) da almeno 6 imposte: Irpef, addizionale comunale Irpef, addizionale regionale Irpef, Imu, imposta di registro e imposta di bollo. Si tratta di un carico di tassazione che, combinato con la lunga durata obbligatoria dei contratti (12 o 18 anni, a seconda delle attività) e con gli altri vincoli di una regolamentazione risalente a oltre 40 anni fa, determina un forte ostacolo all’incontro fra domanda e offerta di immobili in locazione. Tale ostacolo sarebbe attenuato dall’introduzione di un regime di imposizione del reddito da locazione sostitutivo dell’Irpef, in analogia con quanto in essere dal 2011 per le locazioni residenziali. Contestualmente, appare indispensabile la cancellazione della regola che impone di sottoporre a Irpef persino i canoni non percepiti.
Riqualificare il patrimonio edilizio – Il patrimonio edilizio italiano, che costituisce una ricchezza per tutto il Paese, necessita di cura e manutenzione nonché di essere reso sicuro dal punto di vista sismico ed efficiente sul piano energetico.
Vi è poi il problema dei moltissimi immobili non utilizzati, spesso abbandonati, il cui recupero non può essere ottenuto attraverso miopi misure punitive, bensì con adeguate politiche di incentivazione. Per le abitazioni, in particolare, la proposta è quella di varare un regime fiscale di estremo favore – che potrebbe consistere nell’esclusione dalle imposte sui redditi e dall’Imu per un quinquennio, oltre che dall’imposta di registro in fase di acquisto – per i soggetti, persone fisiche e imprese, che provvedano a riqualificare gli immobili in questione e a destinarli alla locazione.
Sviluppare il turismo con la proprietà diffusa – Per la rinascita di aree o singoli borghi, altrimenti senza futuro, occorre favorire lo sviluppo – accanto ai modi più tradizionali di ricettività turistica – di forme di ospitalità che si stanno affermando in risposta a specifiche esigenze che si sono presentate, a partire da quelle (come, ad esempio, le locazioni brevi) che vedono protagonista la proprietà immobiliare diffusa.
Tutelare l’affitto – Occorre assicurare una maggiore tutela ai proprietari che concedono in locazione i loro immobili, specie di tipo residenziale, che in tal modo svolgono una funzione economica e sociale fondamentale. Nella consapevolezza che molta parte del problema dell’insufficiente tutela non risiede nella normativa, bensì in prassi affermatesi nel corso degli anni, si ritiene che alcune modifiche legislative – come, ad esempio, l’affidamento delle esecuzioni anche a soggetti diversi dagli ufficiali giudiziari e la possibilità di avvalersi dell’assistenza delle guardie giurate – potrebbero agevolare il raggiungimento dell’obiettivo, con effetti positivi in termini di allargamento dell’offerta abitativa.