A cura di Luigi Rubino
Tornano in piazza i ragazzi di Friday Future, a difesa del clima, della vita e del pianeta. Cortei di protesta sono partiti in circa 70 città. Da Nord a Sud, una marea di studenti con cartelli, striscioni e fumogeni hanno voluto far sentire la loro voce a pochi giorni dal voto.
“Significativo uno striscione esposto a Roma: “Chiedete il nostro voto ma ignorate la nostra voce. Continuiamo la nostra lotta.”
Cinque le proposte che secondo il movimento andrebbero incluse in ogni programma politico e che invece non trovano spazio. Tra queste, il limite dell’aumento delle temperature a 1,5 gradi in questo secolo, trasporti pubblici gratuiti, l’azzeramento delle bollette per i consumi di base delle famiglie, lavoro per tutti, con sistema di Job guarantee, la trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti in una banca verde di Stato, il divieto di progetti legati alle fonti fossili e di voli privati, un taglio drastico alle spese militari e una Paperoniale sui grandi portafogli finanziari.
Marce a difesa del clima si sono svolte anche in molte città europee. Sempre in Italia, accanto agli studenti sono scesi in piazza la Cgil e alcuni gruppi politici tra i quali Unione Popolare, Alleanza Verdi e Sinistra Italiana.
A Milano i manifestanti hanno scritto con la vernice “Tax the rich” riferito all’aumento delle bollette che dovrebbe essere evitato con la tassazione delle multinazionali. Durante il corteo, i ragazzi hanno ricordato Giuliano De Seta, il giovane che ha perso la vita durante l’alternanza scuola – lavoro.
A Napoli, gli studenti radunatisi in piazza Mancini, si sono diretti prima in piazza del Plebiscito e poco dopo si sono diretti alla Stazione Marittima dove sono stati esposti striscioni e gridato slogan sui cambiamenti climatici e contro una classe politica poco sensibile alle tematiche ambientali.
“Dove andremo cosi? “ dice un giovane del corteo. Nessuno dei potenti si muove. Si assiste ai soliti blà blà ed intanto, il nostro si! Il nostro Pianeta piange…”