27 Aprile 2024, sabato
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”La vita insegna”: Lucia Azzolina presenta il suo libro

A cura di Ionela Polinciuc

La vita ci insegna tante cose. Ci insegna a perdere tempo con persone sbagliate per apprezzare e valorizzare di più  quello speso con quelle giuste. Ci insegna il dolore che si prova ascoltando il suono delle menzogne, per farci riflettere sull’importanza della verità. Funziona così: è la forza della vita che ci insegna a non mollare mai. Ci insegna che non si è meritevoli di ricevere qualcosa che non si è disposti a dare.La vita ti insegna che le persone con le tasche vuote, possiedono il cuore più grande. Infatti, l’ ex ministra Lucia Azzolina, con  il suo libro ”La vita insegna. Dalla Sicilia al Ministero, il viaggio di una donna che alla scuola deve tutto” racconta la storia di tanti che vivono di sacrifici e partono con una valigia di cartone senza sapere se torneranno. Questo libro è la storia di una donna che ama la scuola e che alla scuola deve tutto. Una giovane donna siciliana e col rossetto rosso. Una donna sincera, talmente tanto fino a risultare scomoda in una politica che preferisce di gran lunga i silenzi. Lucia Azzolina, nata a Siracusa e cresciuta nel comune limitrofo di Floridia, ha frequentato l’Università degli Studi di Catania, dove ha conseguito una laurea triennale e una laurea magistrale in filosofia; successivamente ha ottenuto l’abilitazione all’insegnamento di storia e filosofia presso la scuola di specializzazione all’insegnamento secondario e nel 2008 ha iniziato ad insegnare prima a La Spezia e successivamente a Sarzana. Nel libro: ”La vita insegna. Dalla Sicilia al Ministero, il viaggio di una donna che alla scuola deve tutto”, racconta il viaggio che la porta dalla provincia di Siracusa fino al ministero di viale Trastevere, sempre zaino in spalla. È la scuola a tenere uniti i suoi due mondi: la precaria, poi passata di ruolo, con due lauree che attraversa l’Italia per andare a insegnare e la ministra che governa la scuola nel primo anno dell’emergenza. L’infanzia povera, ma con un grande amore nel cuore: quello per i libri. Abbiamo chiesto a Lucia Azzolina di poter concederci un colloquio, anticipando che sarebbe stata nostra intenzione non tanto discutere di crimine organizzato, quanto piuttosto sapere il vero significato di questo libro che insegna come vivere una vita all’insegna del bene.

Come nasce l’idea di scrivere questo libro?

Nasce dall’esigenza di raccontare un po’ meglio chi ero io, com’erano andate le cose realmente al Ministero dell’istruzione durante l’anno nel quale sono stata ministra, ma anche per dare una speranza, un messaggio alle giovani donne, un messaggio agli studenti. A spiegare un po’ come immagino la scuola del futuro per il nostro paese e a dire a tutti che indipendentemente dalle condizioni di origine, familiari, sociali, economiche, comunque la scuola può essere, deve essere un grandissimo ascensore sociale per tutti e noi come cittadini italiani abbiamo il dovere di credere in questo e di impegnarci quotidianamente a finché la scuola possa esplicare al meglio tutte le sue potenzialità.Dal primo giorno in Parlamento, la sua vita è cambiata?è cambiata moltissimo, è cambiata veramente tanto anche se io sono rimasta la stessa. Nel senso, ho sempre lo stesso approccio nelle cose, l’umiltà, la voglia di studiare, di mettersi in gioco, di ascoltare, di imparare. Certamente, la mia vita è cambiata. Anche vivere sotto scorta , certo, non è la stessa cosa che essere liberi, come lo ero prima. Sono stata una donna molto indipendente. Oggi lo sono, ma chiaramente con delle restrizioni.

Per Lei la scuola va prima di tutto. Qual è stata la soddisfazione più grande della sua vita?

Una delle soddisfazioni più grandi che mi ha dato la scuola è stata sia quando ero studentessa. Quindi, il fatto di vedere degli insegnanti che credevano in me, che mi sparavano a fare bene, che mi aprivano la biblioteca anche quando era chiusa per permettermi di prendere tutti i libri che desideravo, di incoraggiare di guardare al futuro con ottimismo, sapendo che se mi fossi impegnata avrei potuto raggiungere degli obiettivi. Però questa storia d’amore nei confronti della scuola e con la scuola è andata avanti perché poi, sono diventata io insegnante e quindi, i ragazzi mi hanno dato tantissimo, mi hanno fatto vedere il mondo con occhi diversi. Io da loro, ho veramente imparato tanto. I ragazzi vedono negli occhi degli insegnanti l’amore per quello che fanno, la voglia di cambiargli la vita. Anche la scuola salva vite umane. Poi sono ragazzi che ti seguono, che ti danno tante soddisfazioni che vedi crescere e vedi a diventare cittadini del nostro Paese.

Un’insegnante può cambiare la vita?

Un’insegnante non solo può cambiare la vita dei ragazzi ma può salvare la vita. Perché ci sono insegnanti, in particolare modo in alcune zone del paese che sono quelle più difficili dove c’è tanta criminalità organizzata, dove gli insegnanti se fanno bene il loro lavoro, come normalmente accade, riescono a trascinare i ragazzi dalla parte giusta ed evitare che finiscano nelle strade poco appropriate. La bravura degli insegnanti sta nel riuscire a cogliere quelle che sono le potenzialità degli studenti e ad indirizzarli , a orientarli bene in quella che poi, può essere la loro vita futura. Quindi, sicuramente gli insegnanti salvano e cambiano le vite dei ragazzi.

Ha un messaggio da trasmettere ai ragazzi che sono indecisi se rinunciare oppure no alle proprie convinzioni?

I ragazzi devono credere nei propri sogni. Non è una frase retorica. Ci devono veramente credere, perché se ci credono, se hanno delle idee, allora sì che possono impegnarsi al massimo. Sapendo anche che si devono fare dei sacrifici perché, nella vita nessuno ti regala qualcosa. Mai smettere di credere nelle proprie idee, bisogna impegnarsi affinché si realizzino, cercare aiuto nella scuola è sicuramente utilissimo, gli insegnanti possono fare davvero tanto per loro. Non scoraggiarsi per costruire un futuro migliore. I ragazzi non sono soltanto il futuro del nostro paese, ma rappresentano anche il presente , però bisogna saperli coinvolgere , bisogna fare capire loro che noi adulti abbiamo bisogno di loro. Che noi adulti un giorno saremo curati da loro. Quindi, bisogna essere noi a spronarli a far bene e a credere in sé stessi.

Lei pensa che i ragazzi di oggi siano difficili da gestire?

Dipende tanto dai contesti. Nel senso che indubbiamente più semplice insegnare presso un liceo è più difficile insegnare in un Istituto professionale . Però è proprio li , proprio dove ci sono più difficoltà che poi si trovano anche le più grandi soddisfazioni. possono esserci delle difficoltà in alcuni contesti geografici , in alcune scuole, però se fai bene il tuo lavoro, quando salvi vite umane, quando riesci a portare dalla tua parte i ragazzi, a donarli un futuro, allora ti senti veramente un’insegnante. è facile insegnare dove i contesti sono semplici. La parte difficile è proprio invece dove ci sono delle enormi complessità. Però lì, ci sono anche le sfide più belle. 

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