19 Marzo 2024, martedì
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Imu seconda casa come si calcola ?

Imu seconda casa: questa è una faccenda che a prima vista può apparire abbastanza complessa e nebulosa. Prima di tutto, non sembra essere molto chiaro come funziona precisamente e a quale categorie di case che non sono usate come abitazioni principali viene applicato. In secondo luogo, risulta essere molto complicato effettuare il calcolo della somma da versare, al momento del pagamento. Questo articolo, però, fornirà tutto l’aiuto possibile per potersi districare tra le disposizioni governative che sono attualmente in vigore. Inoltre, grazie a esso, sarà finalmente possibile capire quanto potrebbe a venire a costare il possesso di una seconda casa e come si procede al pagamento dell’Imu relativo a essa.

L’Imu sta per Imposta municipale propria ed è una tassa che ha sostituito la parte immobiliare dell’Irpef e l’Ici, ovvero l’imposta comunale sugli immobili, nel 2012. La legge numero 147 del 27 dicembre 2013 ha fatto sì che l’Imu non dovesse essere più pagato per le abitazioni in cui il cittadino dimora nella sua città di residenza. Le persone che devono invece continuare a pagarlo sono quelle che possiedono una seconda casa, ma non solo. La lista, infatti, include i titolari del godimento dell’abitazione coniugale assegnata dal giudice in caso di divorzio o separazione, nonché i titolari del diritto di usufrutto su fabbricati, aree e terreni edificabili (fonte: Mutui Online).

Nel 2021, la Legge di Bilancio del governo Draghi ha introdotto delle novità sull’ Imu seconda casa. Per la precisione, le imprese appartenenti ai settori del turismo e dello spettacolo, oltre che i proprietari di stabilimenti balneari marittimi, fluviali e lacuali, di immobili destinati all’agriturismo e di immobili utilizzati come sedi di ostelli della gioventù non sono più tenuti a pagare la tassa. La condizione primaria è che i suddetti proprietari siano anche i gestori delle loro attività. Ma attenzione: ci si riferisce alla prima rata, se si paga l’imposta in due mesi differenti, come si vedrà a breve, nella parte sui tempi e i modi di pagamento (fonte: Money.it).

Il pagamento dell’ Imu seconda casa è obbligatorio se l’immobile è di lusso. Ci sono tre categorie catastali in cui classificare tali edifici. La prima è la A/1. Vi rientrano gli immobili che appartengono a fabbricati situati in zone di pregio con caratteristiche tecnologiche, costruttive e di rifiniture superiori a quelle dei fabbricati residenziali. In breve, si parla di abitazioni di tipo signorile. La seconda è la A/8. Vi rientrano le ville. Ovvero gli immobili che sono stati edificati in un parco o in un giardino. Oppure immobili costruiti in zone destinate all’edificazione di ville o in zone di pregio con caratteristiche superiori a quelle ordinarie (fonti: Idealista e Amministrazioni Comunali).

La terza è la A/9. Vi rientrano i palazzi eminenti e i castelli. Per la precisione, ci si riferisce ai palazzi di un determinato valore storico e artistico e ai castelli che costituiscono un’unica unità immobiliare. Il motivo risiede nella loro struttura e nella ripartizione dei volumi edificati e degli spazi interni. Queste caratteristiche non rendono gli edifici in questione paragonabili a quelli che appartengono alle altre categorie catastali. Tra gli immobili classificati nella categoria A/9, sono inclusi i castelli di cui lo Stato è proprietario, anche se all’interno di essi sono presenti dei musei, delle biblioteche e delle pinacoteche accessibili o meno al pubblico (fonti: Idealista, Amministrazioni Comunali e Visurasi.it).

Il proprietario di una seconda casa, al momento di pagare l’Imu, deve moltiplicare il valore del suo immobile per la percentuale di possesso, per i mesi di possesso e per l’aliquota e poi dividere il risultato per 12. In breve: VI x PP x MP x A / 12. L’aliquota base è solitamente equivalente a 0,76%, ma può diminuire o aumentare a seconda delle scelte del proprio Comune di residenza. Tra i parametri di calcolo che bisogna tenere in considerazione per calcolare l’Imu sulla seconda casa, ci sono la rendita catastale non rivalutata dell’immobile e la rendita catastale non rivalutata di tutte le eventuali pertinenze dell’immobile (fonti: Mutui Online e Tutto Imu).

L’ Imu seconda casa ha avuto delle agevolazioni nel corso degli anni. Per esempio, la Legge di Stabilità numero 208 del 28 dicembre 2018 ha determinato una riduzione pari al 50% della base imponibile per gli edifici a scopo abitativo che i proprietari hanno concesso in comodato come abitazione principale a figli e genitori, nel rispetto di determinate condizioni. Inoltre, l’Imu si riduce al 75% nel caso degli immobili che i proprietari hanno concesso in locazione a canone concordato. Infine, le cooperative edilizie i cui immobili ospitano gli studenti universitari (che possono anche non essere residenti, purché siano soci assegnatari) sono esentate dal pagamento dell’Imu sulla seconda casa (fonte: Tutto Imu).

L’Imu sulla seconda casa si può pagare nell’arco di uno tra due periodi a tua scelta. Il primo è nel mese di giugno, e lo si paga per intero. Il secondo è suddiviso tra giugno e dicembre, e quindi puoi pagare la tassa in due rate separate. Ci sono tre metodi con cui puoi pagare l’Imu. Il primo consiste nell’utilizzare un bollettino postale che sia compatibile col modello F24. Il secondo include l’uso del suddetto modello F24. Il terzo consiste nel visitare la piattaforma online PagoPA, grazie alla quale puoi effettuare i tuoi pagamenti verso la Pubblica Amministrazione in una modalità standardizzata (fonti: Tutto Mutui, Money.it e il sito di PagoPA).

A questo punto, si hanno tutte le informazioni utili per il pagamento dell’Imu sulla seconda casa. Ci si ricorda che si è tenuto conto delle leggi attualmente in vigore che, come si è visto con la Legge di Bilancio, possono cambiare a seconda delle circostanze. Un ultimo appunto, però. L’Imu include sia la precedente imposta sulle abitazioni che la Tassa sui rifiuti, meglio conosciuta col nome di Tari. Se per qualche ragione la seconda casa fosse inagibile o inabitabile, e pertanto non producesse rifiuti, si potrebbe essere esenti dal pagamento della Tari. Ma è necessario presentare la Dichiarazione Tari entro il 30 giugno di quest’anno per poterne beneficiare (fonte: Leggi Oggi).

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