25 Aprile 2024, giovedì
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Serie A, il Napoli resta fuori dalla Champions

L’ultima giornata di campionato consegna i suoi verdetti. Il Milan torna nell’Europa maggiore dopo sette stagioni. La Juventus lo segue, rimediando ad un finale di stagione tribolatissimo. Con Atalanta e Inter formeranno il pacchetto di mischia delle italiane che giocheranno la Champions League. Resta fuori il Napoli, che andrà in Europa League.

BOLOGNA-JUVENTUS 1-4

La Vecchia Signora, dopo aver vinto la Coppa Italia, dilaga al Dall’Ara, dove Pirlo lascia CR7 in panchina, e la imbrocca. La partita è messa in frigo già nel primo tempo, con i gol di Chiesa, Morata e Rabiot. Nella ripresa Morata raddoppia, e il gol di Orsolino vale solo per la bandiera.

ATALANTA-MILAN 0-2

Pioli sceglie Leao in attacco, e una tattica prudente contro la Dea. All’inizio, ritmi blandi e Diavolo guardingo, poi via via il clima si scalda. E il Milan passa con due rigori, entrambi trasformati da Kessie: il primo al 42’ per atterramento di Theo Hernandez, il secondo ben oltre il 90’ per fallo di autore di un tiro clamorosamente sul palo al 68’. Per la statistica, questa stagione verrà ricordata anche per il maggior numero di penalty concessi a una singola squadra nella storia del campionato di serie A. I rossoneri ne hanno calciati ben 20, riprendendosi il primato a loro appartenuto per ben 49 anni. La scorsa stagione, infatti, la Lazio infranse il primato calciandone 18…

NAPOLI-HELLAS VERONA 1-1

Partita verissima, benché il Verona di Juric non avesse nulla in palio. Gli scaligeri fanno la partita, andando in svantaggio al 60’ su gol dell’ex, Rrahmani. Pareggia però il capitano Faraoni al 69’. Finale al cardiopalma. Nel post gara il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis congeda (leggasi esonera) mister Gattuso con un tweet.

SPEZIA-ROMA 2-2

La Roma strappa un pareggio in rimonta allo Spezia e si qualifica a fatica per la nuova Conference League. Finisce 2-2 al picco con le reti di El Shaarawy e Mkhitaryan a render vano il doppio vantaggio bianconero firmato Verde e Pobega. 

I bianconeri dominano il primo tempo e si portano aventi dopo pochi minuti con il gol dell’ex di Verde, che dopo aver colpito all’andata e in Coppa Italia, segna ancora ai giallorossi su assist di Nzola. Prima dell’intervallo arriva anche il raddoppio locale, stavolta firmato da Pobega su sponda aerea dello stesso Nzola. Nella ripresa la Roma prova a rialzare la testa e torna in gara con la rete di El Shaarawy, che calcia in piena area firmando il 2-1. Cristante avrebbe una clamorosa chance per il pari poco più tardi, ma si lascia ipnotizzare da Rafael dopo un destro a botta sicura. 2-2 che arriva comunque grazie a Mkhitaryan a cinque minuti dal 90′, con l’armeno che sul filo del fuorigioco mette dentro su sponda aerea di Dzeko.

SASSUOLO-LAZIO 2-0

Il Sassuolo vince contro la Lazio 2-0 ma non basta a strappare un’incredibile qualificazione in Europa, nella nuova Conference League. Decidono le reti di Kyriakopoulos e Berardi, che regalano l’ultimo sorriso italiano a De Zerbi, reso però amaro dal pareggio della Roma a La Spezia.

Passano appena dieci minuti dal fischio d’inizio e gli emiliani sbloccano il risultato con Kyriakopoulos, che prende la mira dalla distanza e con un mancino perfetto batte Strakosha per l’1-0. I biancocelesti, in piena emergenza, perdono anche Correa per infortunio e non danno tantissimi segnali di reazione. Solo ad inizio ripresa prova a farsi vedere Muriqi con una girata sotto porta, senza però inquadrare lo specchio. Al 61′ la squadra di De Zerbi resta inferiorità numerica per il rosso a Kyriakopoulos e lascia maggiori iniziative ai capitoli, che sfiorano ancora il pari con Muriqi, nuovamente impreciso da pochi metri. Nel finale però un fallo di Parolo su Caputo procura un calcio di rigore al Sassuolo, che Berardi trasforma nel 2-0 chiudendo il discorso. 

INTER-UDINESE 5-1

L’Inter di Antonio Conte chiude in bellezza il suo straordinario campionato con 91 punti grazie al netto 5-1 sull’Udinese nell’ultima gara stagionale in Serie A, con tutti i giocatori in campo a festeggiare e celebrare lo scudetto nerazzurro e con i 1000 sugli spalti a gioire per il successo. Partita senza storia con il vantaggio all’8′ grazie a Young, poi al 44′ raddoppio di Eriksen, al 55′ la rete di Lautaro Martínez su rigore, al 64′ la rete di Perisic e al 71′ la chiusura ancora su rigore di Lukaku. A poco è servito il gol dei friulani firmato da Pereyra su rigore al 79′. 

Dopo aver alzato la coppa dello Scudetto sul prato di San Siro, i giocatori dell’Inter hanno ripetuto il rituale anche con i loro tifosi. Da un anello della Torre 4 dello stadio Mezza, tinta di nerazzurro per l’occasione, la squadra e lo staff tecnico hanno mostrato il trofeo della Lega Serie A ai migliaia di supporter accorsi nel piazzale sottostante. «I campioni dell’Italia siamo noi», «La capolista se ne va», «Chi non salta rossonero è», sono stati i cori più scanditi tra bandiere, fumogeni e petardi. Il picco di entusiasmo si è registrato quando ad affacciarsi dalla torre è stato Romelu Lukaku, uno dei protagonisti con 24 reti della cavalcata della squadra di Antonio Conte. L’ultimo atto della festa scudetto era iniziato alle 11 quando i primi tifosi dei 4.500 autorizzati erano iniziati ad arrivare nell’area di 19 mila metri quadrati intorno al Meazza (in corrispondenza del “Baretto” e del piazzale Angelo Moratti) individuata dal dispositivo predisposto dal Comitato provinciale per l’ordine pubblico presieduto dal prefetto Renato Saccone. 

Intorno alle 13.45 i sostenitori interisti hanno accolto l’arrivo dei pullman con la squadra prima dell’ultima partita di campionata contro l’Udinese, vinta poi 5-1. Due ali di folla hanno festeggiato tra cori, fumogeni e bandiere, con il servizio d’ordine della Curva Nord e le forze dell’ordine schierate in assetto antisommossa lungo via Achille per cercare di evitare che i tifosi invadessero la strada e si avvicinassero troppo al bus. Le celebrazioni, che hanno visto anche un piccolo dirigibile librarsi in aria, si sono fermate giusto il tempo della partita, alla quale hanno assistito dal vivo mille spettatori ospiti del club per i quali era arrivato l’ok all’ingresso. Poi la festa in campo dei giocatori con le proprie famiglie e l’ultimo saluto con i tifosi.

MAROTTA E IL FUTURO 

Il futuro di Conte? Io ottimista lo sono sempre. Oggi vogliamo gustarci questa giornata, da domani ci immergeremo nella nuova stagione, facendo gli interessi dell’Inter ma anche nel rispetto dei professionisti che ci lavorano”. Lo ha detto l’ad dell’Inter, Beppe Marotta, a Dazn prima della sfida con l’Udinese nell’ultima di campionato. “Le sensazioni dell’abbraccio con la gente? Una sensazione agro-dolce. Festeggiare è bellissimo, ma lo possiamo fare solo parzialmente visto che i tifosi sono fuori e non possono condividere con la squadra il momento clou, ossia quello dell’alzata del trofeo. Ci dispiace”, ha aggiunto Marotta. “Ogni vittoria è sempre una grande gioia. Vincere con l’Inter in questo ciclo storico è indimenticabile per tutti. Frutto di un grande sacrificio e di un grande lavoro di tutto, dall’allenatore alla società. Ha un valore smisurato. Essere campioni d’Italia non è banale, il tricolore lo porto con orgoglio: vuol dire essere i migliori”. 

LE ALTRE GARE

Nella sfida a distanza per evitare l’ultimo posto in classifica tra Crotone e Parma prevalgono i calabresi. Per quel che può contare la squadra di Cosmi ha tirato fuori anche stasera l’orgoglio. Un pareggio (0-0 casalingo con la Fiorentina) che va anche stretto ai padroni di casa. La traversa di Messias, i miracoli del portiere viola Terracciano e un Simy stranamente impreciso non hanno permesso al Crotone di portare via il bottino pieno. L’ultimo gradino tra le venti squadre però è del Parma. La Samp a vent’anni esatti dal primo e unico scudetto della sua storia fa un solo boccone dei parmigiani, travolti per tre reti a zero. Quagliarella al 20°, Colley al 44° e Gabbiadini al 64° hanno realizzato i gol salutando degnamente mister Ranieri per l’ultima volta sulla panchina blucerchiata. Curiosità: anche la gara scudetto del 1991 finì con lo stesso punteggio. Anche allora fu un 3-0 (contro un Lecce già retrocesso). E quell’anno fu il primo del Parma nella massima serie. Una vita fa, per entrambe le compagini. A Cagliari il Genoa vince 1-0 grazie a un gol di Shomurodov al 15°. Tra Torino e Benevento finisce 1-1. Bremer porta in vantaggio i granata al 29°, Tello pareggia al 72°.

PIERLUIGI CANDOTTI

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