Lunga, estenuante, zeppa di gag inutili (oscena quella sulle dita dei piedi fatta da Fiorello. Ovviamente, subito trend topic). Poteva tranquillamente finire a mezzanotte e invece si fa di tutto per allungare il brodo quando, nel vuoto dell’Ariston, sarebbero bastate le canzoni. Ma tant’è. Dalle 9 alle 2, fortuna che l’Italia è in smartworking…
La prima serata di Sanremo 2021 viene aperta da una lettera scritta da Amadeus: “L’ho fatto per il Paese reale che sta cercando di ritrovarsi, ringrazio tutti i lavoratori, avrò spesso questi applausi registrati ma mi rincuora pensare che siano i vostri applausi da casa. E quindi, con immensa gioia nel cuore, vi dico: benvenuti al 71esimo Festival della canzone italiana di Sanremo“. E capisce già quanto può essere dura lavorare con solo gli orchestrali e i tre conduttori di Radio Due in platea. Per sua fortuna arriva Fiorello con un’acconciatura da far impallidire Achille Lauro a suonare una Grazie dei fiori versione rock. Ma il Festival vero e proprio (se mai quest’anno ci sarà qualcosa di reale) inizierà poco prima delle 22. Prima il prologo dei giovani che vede passare alla finale di venerdì Folcast e Gaudiano (eliminati un deludente Avincola ed Elena Faggi), poi l’ultima immagine di un paese felice. È così che Amadeus mostra la foto della serata finale dello scorso anno. C’erano lui, Fiore e Diodato. Proprio quest’ultimo sale sul palco ricantando Fai rumore. Ma di rumore non ce n’è, sembra di vivere in una bolla. Anche Diodato stecca, più si cresce e più si ha bisogno di un feedback immediato. E gli applausi finti (alle volte neanche partono) rendono tutto più irreale. Come e peggio del playback di tanti anni fa.
Il primo big ad esibirsi è Arisa. Acconciatura molto particolare, viene presa di mira sui social, si commuove e canta ringraziando il vuoto. Poi dopo l’entrata in scena di Matilda De Angelis (quella più a suo agio) arrivano Colapesce e Di Martino. La loro Musica leggerissima convince, è molto radiofonica. Meno Aiello. Momento di commozione per la presenza di Alessia Bonari, l’infermiera simbolo del Covid, ci ricorda che è stato un anno difficile e che c’è ancora molto da fare. Amadeus ricorda che i vaccini devono ancora arrivare e le precauzioni bisogna sempre osservarle. Prima era stata la volta di Zlatan Ibrahimovic. Fa il suo, la parte del duro, dello spaccone, dello strafottente. Politicamente scorretto. O si ama o si odia, non ci sono mezze misure. I più convincenti paiono Fedez e Francesca Michielin con la loro Chiamami per nome. È strano vedere lui in lacrime. Ma è una coppia affiatata, sono uniti da un nastro a distanza per rispettare il distanziamento e possono tranquillamente vincere. Il momento forse più alto è, però, quello di Loredana Bertè. Non è in gara, è qui come ospite. La voce ce l’ha ancora, bella potente. Canta un medley di vecchi successi e ingrana la quarta con il nuovo singolo Figlia di… (un misto di Corazon Espinado di Santana e Panama di Fossati). Ma suona bene e Loredana incassa gli applausi tramite un rvm del 1994 (quando portò a Sanremo quel capolavoro di Amici non ne ho). Tra gli altri big spicca Noemi (Glicine entra in testa e non se ne va più) mentre Max Gazzé canta la solita canzone da anni. Madame ha uno stile tutto suo, in radio è prima in tutte le playlist e a mezzanotte potrebbe anche svegliarci tutti (se solo si capisse cosa dice nel brano). Prima di lei era salito sul palco Achille Lauro. Buono il pezzo, già conosciuto, Solo noi meno i soliti travestimenti. Zero e Bowie con piume e lacrime di sangue sono già stati copiati, anche basta. L’Italia sonnecchia, ci vuole un po’ di sano rock. E i Maneskin (la gente parla, non sa di che cazzo ma parla è un verso che andrebbe scolpito su ogni social e non solo) spaccano tutto. Chiudono a notte fonda Ghemon, i Coma_Cose (delusione), Annalisa (lei è sempre la stessa, non delude) Francesco Renga (spiace dirlo ma stecca di brutto)e Fasma. Tutto, troppo per la prima serata. Nella prima provvisoria classifica primi tre posti per Annalisa, Noemi e Fasma, ultimi Madame, Ghemon e Aiello