Gira la notizia che il Reddito di Cittadinanza potrebbe subire un cambio d’importo con l’insediamento di Mario Draghi al Governo . In realtà non è assolutamente così: ogni anno – quindi non solo adesso che c’è Mario Draghi al Governo – l’INPS ne adegua gli importi tenendo conto della situazione economica aggiornata al 1° gennaio.
Per questo motivo entro il 31 gennaio 2021 è stato necessario rinnovare la DSU così da avere un ISEE aggiornato al 2021. A tal proposito, in base alla variazione del reddito l’INPS effettuerà un ricalcolo del Reddito di Cittadinanza a partire dal mese di febbraio: l’importo – se non dovessero intervenire ulteriori variazioni – sarà lo stesso per tutto il 2021. D’altronde, il Reddito di Cittadinanza altro non è che un’integrazione al reddito ed è per questo che ogni variazione dello stesso andrà comunicata tempestivamente all’INPS.
Ampliare il reddito di cittadinanza per “migliorarne la diffusione tra i gruppi vulnerabili“ non solo è una delle opzioni sul tavolo del governo Draghi. Il suggerimento è contenuto nelle ultime Raccomandazioni della Ue all’Italia, inviate lo scorso maggio. E il regolamento di istituzione del Recovery fund appena pubblicato sulla Gazzetta ufficiale spiega che il rispetto di quelle raccomandazioni è tra i principali parametri di cui la Commissione terrà conto nel valutare i Recovery plan nazionali. I Paesi che non si impegneranno ad affrontare “in modo efficace tutte le sfide” individuate da Bruxelles o almeno “un numero significativo di esse” rischiano la bocciatura del documento necessario per ottenere sovvenzioni e prestiti a valere sul Next Generation Eu.