28 Marzo 2024, giovedì
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Cinquant’anni fa nasce la legge sul divorzio

Mezzo secolo fa il 1 dicembre 1970, nonostante l’opposizione della Democrazia Cristiana, con la Legge n. 898 in Italia vi fu l’introduzione del Divorzio, ossia la Cessazione degli Effetti Civili del Matrimonio.

Detta legge, nota anche come Legge Fortuna-Baslini,  entrò in vigore il 18 dicembre del 1970, l’istituto giuridico sostenuto da laici e radicali, rappresentò l’inizio di una rivoluzione culturale  che pose fine ad un tabù della società italiana dove sposarsi era una scelta obbligata di vita. Questa legga altro non fu che il primo passo verso una stagione di norme che ha scardinato obsoleti privilegi patriarcali e ha permesso l’accesso a nuovi diritti civili.

Mancando l’unanimità nell’approvazione, nel 1974 fu indetto un referendum e la maggioranza si espresse per il mantenimento dell’istituto. Dunque la Legge 898 del 1970, dopo una lunga battaglia introdusse il divorzio, ma con una scelta unica in Europa ossia far precedere lo scioglimento da una fase di separazione, una sorta di anticamera cui affidare un eventuale ripensamento dei coniugi, la cui durata oggi è stata ridotta dl “divorzio breve”.

Nel corso degli anni e con l’evolversi della società i divorzi sono aumentanti sempre di più, oggi l’instabilità coniugale è in costante crescita a seguito delle importanti trasformazioni socio-demografiche che hanno riguardo la formazione e lo scioglimento delle unioni. Tuttavia rispetto ad altri contesti quello italiano si caratterizza più contenuto. Una modernizzazione del paese, quindi, che ha permesso l’avanzamento della democrazia, perché in una società in cui non vi sono discriminazioni di genere vi è maggiore consapevolezza delle proprie scelte, scegliere la propria vita, il proprio destino salvaguardando sempre il coniuge più “vulnerabile” e i figli.

Avv. Sabina Vuolo

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