’L’usura è uno dei reati spia rispetto all’ingresso dei capitali mafiosi sul mercato’’, ha avvertito il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Ed è quindi preoccupante l’aumento del 9% del reato di usura che si è registrato lo scorso marzo. Siamo in un momento delicato, in cui è facile approfittare della crisi di liquidità di imprese ed esercizi commerciali duramente colpiti dal lockdown dovuto all’emergenza covid.
L’iniezione di liquidità è prevista dal cosiddetto ‘’decreto liquidità imprese’’ approvato nell’aprile scorso che ha messo sul piatto 750 miliardi. Un prestito quindi che i titolari delle imprese possono chiedere a condizioni di favore e con la garanzia fino al 100% dello Stato. La procedura prevista dal Governo è piuttosto semplice. L’impresa deve scaricare un modulo dal sito del Fondo di garanzia Pmi e inviarlo anche via mail con allegato un documento di identità alla banca o alla finanziaria che chiedono la garanzia del Fondo per concedere il prestito.
Alcune banche stanno però rendendo la vita difficile ai titolari. Hanno aggiunto una loro modulistica, alcune clausole e condizioni non previste dalla legge. Subito sono stati segnati questi ‘comportamenti’ all’Antitrust.
