Dopo una discussione lunga più di quattro ore in Consiglio dei ministri, arriva “salvo intese” il via libera al decreto semplificazioni. Non bastano settimane di trattativa: fino all’ultimo tengono banco le divergenze sulle deroghe alle norme sugli appalti e anche sulle opere pubbliche da affidare a commissari, nonché sull’abuso d’ufficio, su cui Iv esprime la sua riserva, e su norme come quella dell’interoperabilità dei dati, su cui discutono i ministri Pisano e Gualtieri.
I grandi nodi alla fine, assicurano più fonti di governo lasciando Palazzo Chigi, vengono sciolti: il “salvo intese” riguarda pochi aspetti “tecnici, non politici”.
Ma la discussione sulle opere da sbloccare sembra destinata a tenere ancora banco, anche perché l’elenco – che include tra le 40 e le 50 opere – non entra nel testo del decreto e ci sarà comunque tempo fino a fine anno per nominare i commissari.