25 Aprile 2024, giovedì
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L'agenda politica: Figuccia alle prese con i rifiuti. Domani Mattarella scioglie le Camere

Tra qualche giorno si brinderà all’anno nuovo, i calici di prosecco saranno colmi di buoni propositi, alla Regione però i problemi resterano.
Non basterà lo stordimento di queste feste, con gli auguri ossessivi compulsivi, dallo stile impersonale e dal “copia e incolla invia a tutti”, a ridare un diverso volto al tragico problema dei rifiuti.L’assessore regionale, Vincenzo Figuccia, inizia ad incassare i colpi, una voragine di problemi dai quali rischia di essere risucchiato. Si sente solo ad affrontare un’emergenza senza pari, lasciata dal governo precedente.
Figuccia è il nuovo assessore all’Energia, si è insediato da poco più di un mese, di cose da risolvere ne ha parecchie a cominciare dai rifiuti che vengono spostati da discarica in discarica senza però essere depositati.Tutto pieno, tutto al collasso.
Una delega che impone una pianificazione seria: “Faccio i conti con una grande solitudine, tante notti insonni e 20 ore di lavoro al giorno per pianificare le attività dei prossimi mesi, per fare ordine e per continuare ad inventare soluzioni ai problemi generati dall’incuria e dal disinteresse degli altri. Sinceramente avrei immaginato di occuparmi di politiche per il sociale, ma ho accettato questa scommessa, l’ho fatto perché amo la mia terra. Il Ministero ha già lanciato le linee guida: rifiuti inviati fuori dalla Sicilia e subito la creazione di impianti. Su questa scia, congiuntamente, Musumeci e Figuccia dovranno stilare una relazione da far pervenire al governo centrale.

Sergio Mattarella attends a meeting in Rome

Figuccia, a sorpresa, va anche all’attacco di Miccichè. “Consentitemi di mostrare una profonda amarezza e di sollevare profonde perplessità nei confronti delle affermazioni del neo presidente dell’Ars, con riferimento ai tetti degli stipendi. È normale che molti dirigenti dell’Ars siano andati in pensione e che esista una nuova eccellente classe dirigente che ha preso il loro posto. Anche in modo sobrio e meno esoso e non credo ciò rappresenti un disvalore” dice Figuccia. “La realtà è che probabilmente questa maggioranza ha sbagliato a votare Miccichè e avrebbe potuto fare scelte più coraggiose esprimendo un presidente dell’Ars di maggiore discontinuità – aggiunge – Non mi piace l’immagine che si sta dando all’esterno. La considero offensiva per tanti che non possono mangiare, licenziati, inoccupati, giovani”.
Giuseppe Naro, commissario regionale dell’Udc, il partito di Figuccia, ha poi detto : “L’Udc regionale ribadisce stima e apprezzamento per il presidente Miccichè che è stato voluto dalla maggioranza di cui l’Udc è parte integrante. Per questa ragione la dichiarazione dell’on. Figuccia è assolutamente inopportuna”.E intanto da Roma si assisterà allo scioglimento delle Camere, previsto per il 28 dicembre.La campagna elettorale è alle porte, nascono dei movimenti politici che si affiancano alle coalizioni di centro destra e di centro sinistra.
C’è una certezza, il centro sinistra non esiste. E’ una visione rappresentata da chi spera ancora, militanti compresi, che un sussulto di buon senso ci possa essere.
Lotte interne, dissidi e ire hanno spaccato l’area che doveva correre per governare il Paese. Due le formazioni importanti: da una parte quella del PD con Matteo Renzi in prima linea, l’altra quella di “Liberi e Uguali” l’ultima nata in casa Piero Grasso che sta accogliendo più gente di sinistra di quel che si possa pensare.
C’è la formazione “Insieme” che è un raggruppamento di sigle tra i Verdi, il PSI e i prodiani, dovrebbero stare accanto al PD, seppure abbiano già manifestato la loro contrarietà per tutti i mutamenti e le spaccature manifestate all’ARS.
E avrebbero scelto il PD anche gli attivisti di “+Europa” di Emma Bonino.
Non esistono più gli alfaniani, quelli di Alternativa Popolare il partito di Angelino Alfano. Molti di loro, che sono la maggioranza, sono andati verso il centro destra, altri, uno sparuto numero, verso il PD.
Tra questi i siciliani Giuseppe Castiglione e Dore Misuraca che confluirebbero nella lista centrista di Pierferdinando Casini.
Angelino Alfano ha dichiarato che non si ricandiderà. Il ministro di tutti i governi e per tutte le stagioni pare abbia messo fine alle sue snaturate forme di presenza ai governi che dal 1994 ad oggi si sono susseguiti. Facciamo finta di crederci.
Saverio Romano, Maurizio Lupi, Enrico Zanetti , Raffaele Fitto e Flavio Tosi hanno creato la quarta gamba del centro destra: Noi con l’Italia. Il nuovo soggetto politico è già al lavoro per la presentazione delle liste in tutti i collegi. Ha ricevuto la benedizione di Silvio Berlusconi.In Sicilia la neo formazione politica sarà molto forte, Saverio Romano ne è il vicepresidente nazionale, e ad affiancare il movimento ci saranno anche gli autonomisti di Raffaele Lombardo, Idea Sicilia di Roberto Lagalla e lo stesso Cantiere Popolare di Romano. Ma sul centro destra convergerà pure l’UDC di Lorenzo Cesa che si presenterà con delle proprie liste.

a cura di Maria Parente

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