27 Aprile 2024, sabato
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Renzi & Padoan: su Calabria, Sicilia e Napoli che fate?

All’Eurogruppo del 7 luglio e all’Ecofin dell’8 luglio è iniziato il difficile percorso del ministro Padoan, per dare un significato concreto a quella richiesta di “più flessibilità nei criteri Ue” che per Renzi è il simbolo stesso del semestre italiano di presidenza. Padoan è stato sincero dopo l’Eurogruppo: il consenso c’è sui princìpi, ma quanto a come questi vadano declinati nell’esame delle riforme, Paese per Paese, tutto è ancora da costruire. Piena conferma è venuta daWolfgang Schauble: l’intenzione di procedere a riforme è ottima cosa, ma non può essere una scusa per evitare il consolidamento della finanza pubblica.

Decisamente è molto discutibile che Padoan abbia presentato il bonus 80 euro Irpef come un taglio strutturale al cuneo fiscale delle imprese, perché più l’Italia sarà disinvolta nel cambiare il nome alle cose, più sarà difficile costruire consensi e, magari, ottenere anche la guida dell’Eurogruppo. Questa sarebbe una buona cosa, se la Mogherini come miss Pesc non ottenesse i consensi (i popolari europei hanno ipotecato l’incarico). Ma per non farsi dire no, visto che alla Bce c’è già un italiano, bisogna che il governo misuri bene parole e argomenti. E che eviti assolutamente topiche ridicole come quella registrata l’8 luglio con Renzi che chiede di considerare gli investimenti per l’agenda digitale fuori dal patto di stabilità europeo, nelle stesse ore in cui a fine Ecofin Padoan ribadisce che il patto non si tocca…la totale divergenza tra premier e ministro sul punto di fondo, quello su cui i partner europei misurano cvon diffidenza anche i sospiri dell’Italia e figuriamoci le parole, ottiene solo l’effetto di farci ridere dietro, altro che benefico storytelling.

 

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