29 Marzo 2024, venerdì
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Yara, ora è caccia a Ignoto 2 e 3: forse i complici. Bossetti vuole vedere il pm

Ora è caccia a Ignoto 2 e Ignota 3, ovvero le tracce di Dna ritrovate sui guanti di Yara Gambirasio, finora ritenute marginali nell’inchiesta sull’omicidio della ginnasta di Brembate Sopra, e che potrebbero invece appartenere ai presunti complici dell’assassino. Tracce che erano sulla parte esterna di uno dei guanti che la tredicenne custodiva nelle tasche del giaccone: una in corrispondenza del pollice, l’altra del dito medio.

Si tratta di due profili, uno maschile e uno femminile, che non corrispondono con quello di Ignoto 1, ovvero il presunto assassino di Yara. Elementi finora trascurati perché, secondo il pm Letizia Ruggeri, quei guanti non sarebbero mai usciti dalle tasche di Yara. E ammesso pure che le siano caduti in un’ipotetica colluttazione, non si spiegherebbe il perché, l’assassino o chi tra i suoi complici, avrebbe avuto l’accortezza di riporli nelle tasche.

Oltre al fatto che quei guanti erano freschi d’acquisto, quindi non è escluso che quelle impronte possano appartenere all’uomo e alla donna che li hanno venduti. Tracce “integre e leggibili” ma che finora non hanno mai avuto un nome e un volto, a differenza di Ignoto 1, che nel frattempo è stato individuato in Massimo Bossetti, il muratore in carcere dal 16 giugno perché accusato di essere il presunto assassino.

Ignoto 2 e Ignota 3 furono i primi profili individuati dal Ris di Parma, ancor prima delle tracce rinvenute sui leggins e gli slip (quelli di Ignoto 1) e sulle quali si erano basate le prime comparazioni.

Intanto la Procura è ancora in attesa dei risultati di altre consulenze: tra queste quella sui peli trovati sulla ragazza, sia umani, sia animali: in questo casonon sarebbero state trovate tracce di Bossettianche se i consulenti dell’Università di Pavia non hanno ancora concluso il loro lavoro.

Intanto Massimo Bossetti ha chiesto di essere interrogato dal pm. Accadrà martedì prossimo e sarebbe la prima volta che l’uomo parla con il magistrato inquirente, dal momento che per due volte si era avvalso della facoltà di non rispondere, confrontandosi solo col gip per la convalida del fermo. Bossetti ha sempre ribadito di voler dimostrare la propria innocenza e intende farlo anche martedì.

Venerdì il muratore ha nuovamente incontrato i suoi legali, Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni. A suo carico, soprattutto, il ritrovamento del suo Dna sugli slip e i leggins della ragazza e una serie di circostanze su cui gli investigatori stanno compiendo accertamenti: la sua utenza telefonica, per esempio, agganciò la stessa cella di quello di Yara il pomeriggio del 26 novembre 2011 quando la ragazza sparì per essere ritrovata uccisa.

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