19 Aprile 2024, venerdì
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Servizi pubblici, rincari record. Acqua e rifiuti +80% in 10 anni

Acqua e rifiuti più cari dell’80%: negli ultimi 10 anni i prezzi dei principali servizi pubblici in Italia hanno subito aumenti record. Lo denuncia laCgia di Mestre parlando di rincari pari all’85,2% per l’acqua, 81,8% per i rifiuti, 50,1% i pedaggi autostradali e 49,6% i trasporti urbani. Tra le 10 voci prese in esame, solo i servizi telefonici hanno subito un calo: -15,9%.

Sempre nel periodo considerato, l’inflazione è invece aumentata del 23,1%. L’associazione degli artigiani di Mestre sottolinea che “purtroppo, le liberalizzazioni non hanno prodotto gli effetti sperati” e prende in esame anche l’aumento delle tariffe registrato da alcune voci nel periodo intercorso proprio dall’anno di liberalizzazione fino al 2013.

Ebbene, le assicurazioni sui mezzi di trasporto sono salite del 197,1% (4 volte in più dell’inflazione), i pedaggi autostradali del 62,7% (1,7 volte in più), i trasporti ferroviari del 57,4%(1,7 volte in più), il gas del 53,5% (2,3 volte in più), mentre i servizi postali hanno subito un incremento del 37,8% pressoché uguale a quello registrato dall’inflazione. Solo i servizi telefonici hanno subito un calo dei prezzi: -18,8%, contro un aumento dell’inflazione del 38,5%.

Sia chiaro, precisa Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia:

Noi non siamo a favore di un’economia controllata dal pubblico. Ci permettiamo di segnalare che le liberalizzazioni hanno portato pochi vantaggi nelle tasche dei consumatori italiani. Anche perché in molti settori si è passati da un monopolio pubblico ad un regime oligarchico che ha tradito i principi legati ai processi di liberalizzazione. Pertanto, invitiamo il Governo Renzi a monitorare con molta attenzione quei settori che prossimamente saranno interessati da processi di deregolamentazione. Non vorremmo che tra qualche anno molti prezzi e tariffe, che prima dei processi di liberalizzazione/privatizzazione erano controllati o comunque tenuti artificiosamente sotto controllo, registrassero aumenti esponenziali con forti ricadute negative per le famiglie e le imprese”.

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