26 Aprile 2024, venerdì
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Sale da gioco a 500 metri da scuole e case di riposo

Scatta il «cartellino rosso» per le sale da gioco nelle vicinanze dei «luoghi sensibili: dovranno essere, infatti, distanti almeno 500 metri da scuole, centri sportivi e case di riposo e di cura. E nelle sale con slot machine sarà vietato fumare, bere bevande alcoliche e disporre di sportelli per prelevare denaro contante. Sono le novità approvate ieri, in commissione affari sociali a Montecitorio, nel corso dell’esame del testo che raccoglie una serie di proposte di legge sulle Disposizioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico, di cui è relatrice Paola Binetti (Pi); in particolare, le modifiche al capitolo sulle norme di sicurezza nelle aree in cui si effettuano scommesse, o si tenta la fortuna mediante dei dispositivi elettronici, impongono vi sia una quota massima di 8 ore di attività per le sale aperte al pubblico, nonché un perimetro ben preciso, pari ad almeno mezzo chilometro, per l’insediamento di un locale nei dintorni di istituti scolastici, oratori, strutture sanitarie, aree in cui si praticano discipline sportive e residenze per l’assistenza a persone non autosufficienti. Inoltre, durante le giocate non sarà possibile né consumare alcolici, né fumare, così come ci sarà il divieto nei locali di fruire del servizio bancomat. Passati al vaglio gli emendamenti, rimane, tuttavia, adesso da sciogliere il nodo più importante per consentire il varo dell’intero provvedimento nell’organismo parlamentare e, poi, l’approdo in aula in prima lettura: la copertura economica delle misure messe in campo per scoraggiare la ludopatia morbosa, di cui si occuperà la prossima settimana il comitato ristretto. A rimanere «congelato» è ancora l’articolo 12 del disegno di legge, nel quale sono citati, dichiara Binetti, «i fondi necessari per riabilitare i giocatori dipendenti, assistere le loro famiglie e promuovere la giusta cultura contro il gioco patologico». È stata la stessa deputata a presentare una proposta che fissava i finanziamenti necessari in circa 11 miliardi di euro per il 2015, prospettando di utilizzare una quota parte delle «risorse destinate alla remunerazione degli operatori e dei concessionari» per il sostegno economico dei contenuti del testo.

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