Pannelli solari cinesi? Più economici ma non aiutano l’ambiente. Questo è quanto ha rivelato uno studio americano che ha analizzato nelle fabbriche cinesi i costi energetici delle varie fasi. Studiando i dati raccolti gli studiosi della Northwestern University insieme all’Argonne National Laboratory del Dipartimento dell’energia Usa hanno notato che installando in Europa pannelli fotovoltaici cinesi si ottiene un’impronta di carbonio raddoppiata rispetto ai pannelli dell’Unione Europea. Il problema deriva dagli standard ambientali delle fabbriche cinesi, troppo bassi rispetto a quelli del Vecchio Continente.
LA SFIDA – “Spostare la produzione dei pannelli dall’Europa alla Cina può essere un’opzione interessante da un punto di vista economico, ma è meno sostenibile dal punto di vista ambientale”, hanno spiegato i ricercatori. L?impegno delle energie rinnovabili deve essere soprattutto “motivato dalla volontà di creare un futuro più sostenibile”.
La disputa ovviamente si sposta sul lato commerciale: UE e USA infatti hanno cercato di tutelare il mercato interno imponendo dazi sui pannelli, e questo non è piaciuto al Governo cinese. Come risposta e provocazione la Cina lo scorso primo maggio ha introdotto dei dazi dalla durata di due anni per fermare il silicio prodotto in Europa, riforma precedentemente già presa anche verso gli USA.
Pare scontato, ma è d’obbligo, concludere dicendo che finché la priorità non sarà l’ambiente, ma resterà il denaro, sarà difficile, se non impossibile, salvare il nostro Pianeta.
