26 Aprile 2024, venerdì
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Salini-Impregilo, l'Autorità del canale di Panama rompe le trattative

L’Acp, l’Autorita del Canale di Panama, ha rifiutato ogni tipo di proposta da parte del consorzio Gupc (Grupo Unidos por el Canal guidato dalla spagnola Sacyr con Salini-Impregilo, la belga Jan de Nul e dalla panamense Cusa) per trovare un accordo per il cofinanziamento degli extracosti per il progetto di allargamento del Canale. Dopo la rottura delle trattative, il consorzio ha espresso unanimemente sconcerto e rammarico per una decisione “illogica e dettata da un atteggiamento rigido che danneggerà il Canale, il paese e i panamensi, oltre a creare un danno per il commercio internazionale e per tutti quei paesi, come gli Stati Uniti, dove sono stati fatti ingenti investimenti in previsione dell’allargamento del commercio mondiale”. Il mancato accordo vedrebbe allontanarsi di qualche anno la messa in opera del nuovo Canale in grado di far transitare le navi Post-Panamax di maggiori dimensioni rispetto alle attuali e con capacità di carico triple (12 mila contro 4 mila container) e, di conseguenza, un mancato introito stimabile in 2 miliardi di dollari l’anno solo per il Canale di Panama. A nulla sono serviti gli innumerevoli richiami al buon senso giunti all’amministratore delegato di Acp, Jorge Luis Quijano, da parte dell’Unione europea, con l’intervento del commissario Antonio Tajani a sostegno delle imprese coinvolte, e dei governi spagnoli e italiano. A vuoto è andata anche la spinta esercitata sul manager pubblico locale da parte del presidente di Panama, Ricardo Martinelli, che si era spinto alla vigilia dello scadere dei termini a prevedere un accordo in tempi brevi tra Acp e Gupc.

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