Imu 2013 seconda casa 16 dicembre: calcoli, sanzioni, incognite. Mancano pochi giorni alla soluzione del rompicapo Imu, venerdì 13 dicembre è l’ultimo giorno lavorativo della settimana prima della scadenza ufficiale di lunedì 16 dicembre. Resta l’incertezza per la definizione finale delle aliquote che i Comuni hanno eventualmente maggiorato sugli immobili diversi dall’abitazione principale: i contribuenti interessati sono 16 milioni circa, di cui 15,3 milioni persone fisiche e 700 mila imprese.
Il saldo. Bisogna calcolare l’imposta dovuta per il 2013 (quindi aggiornata alle aliquote 2013, consultabili sui siti web dei Comuni), quindi sottrarre quanto pagato a giugno a titolo di acconto, cioè la metà dell’imposta secondo le aliquote 2012. Dove c’è stato aumento delle aliquote a dicembre, bisognerà pagare la metà 2012 più la differenza.
Capannoni, alberghi, centri commerciali (cat. D). Oltre alla differenza delle eventuali aliquote ritoccate verso l’alto, per capannoni, alberghi, centri commerciali e tutti gli immobili di categoria catastale D il proprietario deve considerare l’aumento da 60 a 65 del moltiplicatore della rendita catastale. L’aumento dell’imposta con il moltiplicatore aggiornato vale l’8,33% della base imponibile.
Comodati d’uso. Dipende dal Comune stabilire se l’esenzione Imu prima casa vale anche per i comodati d’uso gratuito ai figli o a parenti entro il primo grado. Nel caso ci sia la delibera che li esclude, l’immobile (purché non di lusso) è assimilato alla prima casa, ma solo per il saldo dio dicembre.
Terreni. L’esonero prima casa vale anche per i terreni agricoli agricoli ma solo per quelli posseduti e condotti da soggetti qualificati (imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti). Negli altri casi l’imposta va pagata.
Ravvedimenti e sanzioni. Ci si può ravvedere, ovvero correggere gli errori fatti in sede di pagamento del saldo, entro 30 giorni pagando una sanzione dello 0,2% per ogni giorno di ritardo rispetto alla scadenza fissata. In caso di mancato ravvedimento la sanzione può arrivare fino al 30% dell’importo, più gli interessi.