19 Aprile 2024, venerdì
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L’Italia, un sogno dimenticato

Non si fa altro che parlare di manovre economiche per salvare il paese dai debiti che ci soffocano ma sembra proprio che questi debiti debbano pagarli solo una parte della popolazione.

Aumenti sulle bollette, prezzi dei prodotti di primo consumo che lievitano, l’Iva che cresce a vista d’occhio, l’ Imu che non si sa neanche più come chiamarla in quanto muta secondo l’umore delle persone che salgono al potere, per non parlare dell’ultima trovata da parte del Governo per spillare soldi ai contribuenti: la Tares, gli utenti che l’hanno ricevuta si sono visti maggiorati un bel po’ la tassa sullo smaltimento dei rifiuti in quanto sono stati aggiunti dei nuovi contributi per dei “Servizi Indivisibili”, così viene giustificata sull’accompagnatoria del comune la richiesta di soldi ai cittadini; Se diamo un occhio al passato vediamo che l’Italia non è mai stata una superpotenza economica, ha sempre trionfato per la sua eleganza nel mondo in ambito artistico turistico e culturale ora tutto ciò è solo un optional……La televisione diffonde le immagini dei Parlamentari, nostri rappresentanti, che si insultano e si picchiano come una banda di Ultras scatenata , comprano oggetti e fanno cene di lusso a spese dei contribuenti quasi come gli attori che improvvisavano su di un Canovaccio fisso della Commedia dell’Arte, nulla di nuovo essendo tutto ciò riportato minuziosamente dalla pubblica attualità da parte di trasmissioni di qualunque fede politica.

Se facciamo un passo indietro nella storia ci rendiamo conto che a differenza degli altri Stati Europei l’Italia è un paese relativamente giovane vantando una gloria troppo lontana nella nostra memoria come potenza dominatrice che risale all’ascesa di Roma ma ora pare che abbiamo davvero “Oltrepassato il Rubicone” senza possibilità di tornare indietro. Ognuno di noi dovrebbe essere cosciente che l’Italia non è più la penisola disgregata soggetta ai diversi dominatori, l’epoca degli Angioini e degli Aragonesi è terminata da un pezzo dove le leggi e le tasse erano un’imposizione e non una scelta e dove il popolo si accontentava di avere la vita salva , bisognerebbe scrollarsi di dosso questo retaggio storico che ha accompagnato la nostra penisola e in particolare il Sud Italia per secoli ed essere consapevoli che dal 1946 abbiamo scelto la Repubblica e quindi l’autonomia. Il sistema politico è cambiato, agli occhi estranei vogliamo essere vincenti ma inevitabilmente non riusciamo ad esserlo continuando ad accettare tutto ciò che ci viene imposto da coloro che noi abbiamo messo ai vertici politici e ai quali abbiamo riconosciuto, con i nostri voti, dei privilegi. Abbiamo il potere di poter scegliere e manifestare la nostra volontà perché questa è la Democrazia, espressione della volontà dove il popolo è sovrano. Perché permettiamo che ci tassino più volte e in modo diverso? Questo accade ogni volta che lo Stato non riconosce la tutela dei diritti e dei servizi che ogni singolo cittadino dovrebbe avere per una vita dignitosa; perché accettiamo di pagare stipendi stratosferici e assegni di fine mandato quando tutto ciò non ha riscontro con il nostro potere economico attuale creando una sproporzione non quantificabile? Questa non è la nostra Nazione , non possiamo riconoscerci in un paese che non ci dà la possibilità di scegliere come vivere la nostra vita, che lavoro fare, quanti figli avere perché non abbiamo scelta facendoci nascere già perdenti nei confronti della vita.

Non rimaniamo a guardare come se fosse ovvio che i tagli vengano fatti alle Pensioni, alla Sanità all’Istruzione, che sono dei diritti per coloro che adempiono ai loro doveri, tutti settori importanti che rappresentano la ricchezza e la forza di un paese , che non è certo rappresentata invece dal numero dei deputati alle Camere o al Parlamento Europeo bensì dalla qualità di vita dei suoi abitanti e dalle prospettive future che il paese offre ai suoi giovani e ai confort dei suoi anziani per una fiorente crescita economica e sociale. Non si può pensare di acquistare 90 aerei da guerra progettati negli Usa e accettare che vi siano cittadini tra i 65 e i 70 anni che dopo una vita di lavoro svolgano ancora attività usuranti e pesanti “a nero” perchè la loro pensione non è sufficiente per vivere. Nonostante siano passati più di 150 anni dall’Unità d’Italia pagata con il sangue di coloro che ci hanno davvero creduto, dentro di noi siamo ancora un popolo conquistato, passivo, disgregato dove solo formalmente simbolizziamo una nazione, ognuno di noi dovrebbe rappresentare un pezzettino d’Italia e quel pezzettino di ognuno dovrebbe servire a creare uno Stato reale e unitario che opera per l’interesse del suo popolo e non di pochi; le parole proferite dal Conte di Cavour morente:

”abbiamo fatto l’Italia ora dobbiamo fare gli Italiani” ahimè sono ancora terribilmente attuali e senza cadere nell’eccessiva Filosofia Comunista ma solo facendo una semplice riflessione avremmo bisogno di una risposta a queste contraddizioni e una maggiore consapevolezza che i pochi privilegiati dovrebbero essere al servizio del popolo poiché i loro privilegi non nascono come diritti di popoli conquistatori Medioevali ma sono concessi dai liberi cittadini che pare siano caduti in un lungo sonno come i sudditi del castello incantato della Bella Addormentata.

Daniela Aiello

Napoli 18 novembre 2013

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