Incensurati, senza lavoro, venivano ingaggiati per assaltare banche, come rapinatori «manovali». Dieci persone sono state arrestate. Ad arruolare gli aspiranti banditi era un rapinatore professionista catanese, Ignazio Giuseppe Grasso, 48 anni, smascherato dai carabinieri del comando provinciale di Torino.
L’uomo sceglieva gli obiettivi e dava istruzioni per assaltare le banche, a volte con il sequestro del direttore, per lo più minacciando gli impiegati con i taglierini. In alcuni casi i dipendenti di banca sono rimasti ostaggio dei banditi per decine di minuti, fino all’apertura delle casse automatiche. Con telefoni cellulari «usa e getta» impartiva dall’esterno le istruzioni, calcolando i tempi d’azione, segnalando l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. Il capo banda aveva anche creato anche una rete di persone , residenti a San Mauro Torinese, in grado di fornire supporto effettivo alla banda, mettendo a disposizione le loro abitazioni come base logistica.
Gli investigatori hanno individuato il gruppo criminale dopo studiando con attenzione le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza delle banche assaltate. La banda dei rapinatori manovali, spesso in azione in trasferta, è ritenuta responsabile di 18 rapine, per un guadagno di oltre 800mila euro. I colpi sono stati messi a segno in Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana e Veneto. Uno dei più clamorosi è stato compiuto a Trofarello, l’inverno scorso, e aveva fruttato un bottino di circa 200 mila euro.