30 Aprile 2024, martedì
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Comuni, manovra a saldo zero

La riforma della fiscalità locale parte a saldo zero per i comuni. Ma se i sindaci decideranno di spingere sulla leva fiscale, il conto positivo per i municipi sarà destinato a crescere. Le tabelle contenute nella relazione tecnica della legge di stabilità alzano il velo sulla sostenibilità finanziaria della mini-rivoluzione fiscale che in un colpo solo ha abolito definitivamente l’Imu sulla prima casa, pensionato la Tares e istituito la service tax (Trise) nella duplice veste di Tasi (servizi) e Tari (rifiuti).  La cancellazione dell’Imu prima casa (escluse le abitazioni di lusso) vale 3,3 miliardi se calcolata sulle aliquote 2012.  A questa cifra, poi, bisogna aggiungere il tesoretto derivante dall’abolizione delle detrazioni per i figli a carico (che con l’Imu prima casa ancora in vigore avrebbero generato un extra gettito di 400 milioni) più una serie di ulteriori perdite di gettito conseguenti all’esenzione Imu degli immobili delle cooperative a proprietà indivisa (4 milioni), degli alloggi sociali (10 milioni), delle abitazioni di dipendenti del comparto sicurezza (5 milioni) e dell’abitazione assegnata al coniuge in caso di divorzio (14 milioni). Totale: 3,764 miliardi di gettito mancante, esattamente quanto i comuni incamererebbero dalla nuova Tasi applicando l’aliquota base dell’1 per mille. I calcoli della Ragioneria dello stato non prendono però in considerazione due variabili in grado di influire pesantemente sui saldi finali.

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