26 Novembre 2025, mercoledì
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Dazi Usa, il PD all’attacco: “Meloni umiliata da Trump, ora difenda l’Italia”

Dopo l’annuncio dell’aumento al 30% delle tariffe sull’export europeo, i dem si uniscono al M5S nel denunciare la subalternità del governo italiano agli Stati Uniti. Appendino e Zan durissimi: “L’Italia non si inginocchi, servono scelte coraggiose in Europa”.

Il Partito Democratico alza il tono e si unisce al Movimento 5 Stelle nella dura critica al governo Meloni per la gestione dei rapporti con gli Stati Uniti. Dopo l’annuncio da parte di Donald Trump – in piena campagna elettorale – dell’innalzamento al 30% dei dazi su alcuni prodotti europei, l’opposizione punta il dito contro il premier italiano, accusandola di subalternità e di incapacità di difendere l’interesse nazionale.

“È questo il frutto dell’amicizia privilegiata con gli Stati Uniti?” attacca Chiara Appendino (M5S), affiancata da Alessandro Zan (PD). “Meloni si era presentata come grande mediatrice nei rapporti transatlantici – sottolinea Zan – ma il bilancio parla chiaro: aumento delle spese militari fino al 5% del PIL, dieci miliardi di investimenti italiani negli USA, import massiccio di gas liquido americano… e ora, dazi al 30%. Una vera e propria umiliazione politica e commerciale”.

Il deputato dem non si limita a una condanna di principio. “Basta inchini davanti a Trump. Meloni – incalza – difenda finalmente l’Italia. Sostenga con decisione il negoziato europeo, perché qui in gioco c’è il futuro di migliaia di imprese, di lavoratori, delle famiglie italiane”.

Sulla stessa linea Alfredo D’Attorre, componente della segreteria nazionale del PD, che in una nota parla apertamente di “leadership europee umiliate, a partire da quella italiana”. Secondo D’Attorre, la lettera inviata da Trump ai vertici UE rappresenta “una palese mortificazione per quei governi che hanno cercato in ogni modo di compiacere Washington: prima accettando di rinviare la tassa minima sulle multinazionali americane, poi dicendo sì all’aumento delle spese militari voluto dalla NATO”. Una strategia che, a suo avviso, “ha prodotto solo un clamoroso fallimento, rivelando l’impotenza di leadership deboli e piegate a logiche altrui”.

La questione dei dazi rischia ora di diventare terreno di scontro politico interno e, soprattutto, un banco di prova per il governo italiano nel prossimo vertice europeo. Dove, ammoniscono le opposizioni, serviranno meno proclami e più determinazione per tutelare davvero il tessuto economico nazionale.

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