Tel Aviv – La tensione nella Striscia di Gaza è destinata a salire ulteriormente. Secondo quanto riferisce l’emittente pubblica israeliana Kan, domani il gabinetto politico-militare dello Stato ebraico darà il via libera a una nuova fase dell’operazione dell’IDF (le Forze di Difesa Israeliane), segnata da una decisa escalation militare sul terreno.
L’offensiva, parte di un piano articolato presentato dal capo di Stato maggiore Herzi Halevi, prevede la conquista e il rastrellamento di ampie porzioni del territorio della Striscia, seguite dalla presenza continuativa delle truppe israeliane. La strategia è stata battezzata internamente come “Piano Piccola Gaza”, con l’obiettivo di ridisegnare il controllo militare e logistico nella regione.
Secondo fonti militari, Hamas non sarebbe più organizzato in una struttura centralizzata, fatta eccezione per tre brigate operative ancora attive. Una delle principali preoccupazioni dell’intelligence israeliana riguarda il presunto impiego da parte del gruppo armato di adolescenti tra i 14 e i 16 anni, arruolati in assenza di un’organizzazione regolare.
Sfollamenti e nuovi centri umanitari
L’attuazione del piano comporterà anche un ampio spostamento forzato di civili. Le forze israeliane prevedono di evacuare la popolazione delle aree settentrionali e centrali di Gaza, con la creazione di appositi complessi umanitari lungo i corridoi di Morag e Filadelfia, al confine con l’Egitto.
Questi hub temporanei saranno gestiti in collaborazione con aziende private e organizzazioni umanitarie, incaricate della distribuzione di cibo e beni essenziali. Tuttavia, l’evacuazione solleva già ora forti perplessità tra le organizzazioni internazionali per l’impatto umanitario su una popolazione già esausta da mesi di bombardamenti, blocchi e sfollamenti continui.
Scenario in evoluzione
Il “Piano Piccola Gaza” rappresenta un ulteriore cambio di passo nella strategia israeliana, che sembra puntare a una presenza più stabile sul campo, in assenza di un interlocutore politico palestinese riconosciuto e con Hamas in crisi strutturale. Resta però da capire quale sarà la reazione internazionale, e soprattutto quella egiziana, dato il coinvolgimento delle rotte a ridosso del confine di Rafah.
Con l’approvazione prevista nelle prossime ore, la nuova fase dell’intervento israeliano potrebbe partire già all’inizio della prossima settimana, aprendo un altro capitolo in una guerra che non accenna a spegnersi.