12 Maggio 2025, lunedì
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Crisi in Ucraina, Trump: “La Crimea resterà alla Russia”

Incontro a Mosca tra Putin e l’inviato di Trump, Steven Witkoff. Il Cremlino lo definisce "un canale affidabile". Londra valuta il ritiro del progetto di peacekeeping: “Rischi troppo alti”.

Mentre la guerra in Ucraina continua a infiammare il cuore dell’Europa, le dinamiche diplomatiche internazionali si fanno sempre più complesse. A Mosca si è concluso un incontro riservato tra Vladimir Putin e Steven Witkoff, inviato speciale dell’ex presidente americano Donald Trump. Il Cremlino, al termine del colloquio, ha definito Witkoff “un canale molto valido e affidabile per la comunicazione con Washington”, alimentando le speculazioni su un possibile ruolo informale dell’ex leader statunitense nel futuro della crisi.

Parallelamente, Trump ha rilasciato dichiarazioni destinate a far discutere: “La Crimea resterà ai russi, Zelensky lo sa”, ha affermato, aggiungendo di essere impegnato nel “mettere una forte pressione sulla Russia” per raggiungere un accordo di pace. L’ex presidente ha anche sostenuto che Putin sarebbe disposto a fermare il conflitto e a rinunciare alla “conquista dell’intera Ucraina”.

A Kiev, però, il presidente Volodymyr Zelensky ha denunciato un nuovo e preoccupante sviluppo: secondo quanto affermato, Mosca avrebbe impiegato un missile balistico nordcoreano durante un raid notturno sulla capitale ucraina. Una mossa che, se confermata, potrebbe segnare un’ulteriore escalation e suscitare nuove reazioni nella comunità internazionale.

Intanto, secondo quanto riportato dal Times, il Regno Unito sarebbe pronto a fare marcia indietro sul progetto di invio di migliaia di peacekeeper in Ucraina. I rischi operativi e geopolitici sarebbero considerati troppo elevati, spingendo Londra a riconsiderare la fattibilità dell’iniziativa.

In un clima già fortemente teso, le parole di Trump e le accuse di Zelensky delineano un quadro in cui diplomazia, propaganda e strategia militare si intrecciano in maniera sempre più intricata, lasciando presagire che il conflitto — sul terreno e sul piano internazionale — sia tutt’altro che prossimo alla conclusione.

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