Bruxelles – L’Unione Europea potrebbe essere meno colpita dai dazi imposti dagli Stati Uniti rispetto all’economia americana, che rischia di subire perdite più consistenti. Secondo quanto dichiarato dal commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis, gli effetti dei dazi statunitensi sul Pil europeo sarebbero contenuti, con una riduzione stimata di circa lo 0,2% entro il 2027. Al contrario, gli Stati Uniti rischiano una contrazione del loro prodotto interno lordo tra lo 0,8% e l’1,4% nello stesso periodo.
Dombrovskis ha sottolineato che se i dazi statunitensi dovessero rimanere in vigore in modo permanente, le ripercussioni economiche per gli Stati Uniti sarebbero ancora più gravi, mentre gli effetti sull’Unione Europea sarebbero meno incisivi.
Pausa di 90 giorni e l’eccezione Cina
Il commissario ha anche riferito che, nonostante le previsioni di impatto economico, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente annunciato una pausa di 90 giorni nelle negoziazioni sui dazi reciproci. Questo stop temporaneo potrebbe dare spazio a discussioni diplomatiche e opportunità di trovare un accordo tra le due potenze economiche.
Tuttavia, una significativa eccezione riguarda la Cina: su Pechino, gli Stati Uniti hanno imposto dazi complessivi del 145%, un livello che ha scatenato una forte reazione da parte del governo cinese. In risposta, la Cina ha aumentato i propri controdazi sui prodotti americani, portando le tariffe da 84% al 125%.
Un contesto globale complesso
In un contesto di crescente tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina, e le conseguenti ricadute sull’economia globale, l’Unione Europea si trova a dover affrontare il dilemma di tutelare i propri interessi senza compromettere troppo le relazioni con i due colossi mondiali.
Anche se l’impatto dei dazi statunitensi potrebbe essere limitato sull’economia europea, l’UE sta monitorando attentamente le evoluzioni delle negoziazioni, consapevole che un’escalation tariffaria potrebbe compromettere la stabilità commerciale globale, minacciando la ripresa economica e accentuando le sfide legate alla globalizzazione e alla competitività internazionale.