14 Maggio 2025, mercoledì
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“Mi hanno accusato di aver portato il Covid nel Regno Unito”: La storia di Matt Raw, evacuato da Wuhan nel 2020

Cinque anni dopo, Matt racconta le difficoltà vissute durante la quarantena nel Regno Unito e le accuse ingiustificate che ha subito all’arrivo in Gran Bretagna

A cura di Davide Nicoletti

Nel gennaio del 2020, Matt Raw e la sua famiglia furono tra i primi britannici a essere evacuati dalla città di Wuhan, in Cina, dove il Covid-19 aveva cominciato a diffondersi rapidamente. Dopo essere stati trasportati nel Regno Unito, furono sottoposti a una quarantena di 14 giorni presso l’Arrowe Park Hospital di Wirral, in Inghilterra, un’esperienza che segnò un momento storico per il paese, in quanto la Gran Bretagna non aveva ancora affrontato una situazione del genere. Oggi, a cinque anni di distanza, Matt racconta come, nonostante il tempo trascorso, molte persone lo accusano ancora di aver portato il virus nel Regno Unito.

Matt, sua moglie Ying e sua madre furono tra i 83 cittadini britannici rimpatriati da Wuhan grazie a un volo di evacuazione della RAF. Dopo l’atterraggio all’aeroporto di Brize Norton, nel Regno Unito, un convoglio di pullman scortato dalla polizia li trasportò in un’area isolata dell’Arrowe Park Hospital, dove avrebbero trascorso la loro quarantena. La situazione era completamente nuova per il paese e la comunità medica britannica, che si trovava ad affrontare un virus sconosciuto e pericoloso.

Il viaggio verso la struttura di quarantena fu surrealista. “I media ci seguivano con furgoni e moto, cercando di sbirciare dentro ai pullman. Ci sentivamo come animali in gabbia”, ha raccontato Matt. In quel periodo, la Gran Bretagna non aveva ancora adottato misure come l’obbligo di indossare mascherine o il distanziamento sociale, che sarebbero arrivate più tardi, quando la pandemia sarebbe diventata un’emergenza mondiale.

Nonostante le difficoltà e la crescente ansia collettiva, Matt e la sua famiglia affrontarono la quarantena senza gravi problemi di salute. “Il personale dell’ospedale era ben preparato e ci ha dato il supporto necessario”, ha ricordato Matt. Ma la sensazione di isolamento fu forte, non solo fisicamente ma anche emotivamente.

Un aspetto inaspettato della sua esperienza fu il trattamento che Matt e i suoi compagni di quarantena ricevettero al loro ritorno in Gran Bretagna. “Ogni volta che dico che siamo stati tra i primi rimpatriati da Wuhan, la reazione comune è: ‘Ah, quindi l’avete portato voi il virus qui'”, ha spiegato Matt, visibilmente frustrato.

Molti britannici non riuscivano a separare le persone rimpatriate dalla città di Wuhan dal rischio del virus, generando una serie di accuse ingiustificate. Nonostante non avessero avuto alcuna colpa, questi accusatori sembravano dimenticare che Matt e la sua famiglia si erano semplicemente trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Durante la quarantena, Matt e gli altri britannici rimpatriati furono accolti dalla comunità locale di Wirral con grande supporto. Scuole e residenti inviarono torte, fiori e altri regali per far sentire gli ospiti meno isolati. “L’accoglienza della comunità di Wirral è stata davvero commovente. Nonostante tutto quello che stava succedendo, ci siamo sentiti comunque supportati”, ha detto Matt, ricordando come questo fosse stato un aspetto positivo di quei giorni difficili.

Le autorità locali e il personale dell’Arrowe Park Hospital lavorarono duramente per organizzare una struttura di quarantena sicura e separata per i rimpatriati. Nonostante la pressione e le incertezze, il sito fu allestito in sole 48 ore, con una collaborazione eccezionale tra i vari enti sanitari e sociali. Durante questo periodo, Matt e gli altri non ebbero alcun problema di salute, poiché furono adottate misure rigorose per la prevenzione e il controllo delle infezioni.

Matt ha anche riflettuto su come la situazione avrebbe potuto essere gestita diversamente. “Se tutti avessero chiuso le frontiere e messo tutti in quarantena fin da subito, forse il virus non sarebbe mai arrivato nel Regno Unito”, ha osservato. Tuttavia, ha riconosciuto che nessuno poteva prevedere l’entità della pandemia e la velocità con cui si sarebbe diffusa in tutto il mondo.

Oggi, mentre la sua famiglia è tornata a Wuhan, Matt non può fare a meno di pensare alle accuse che ancora gli vengono rivolte. “Abbiamo fatto quello che pensavamo fosse giusto, ma non è stato facile”, ha concluso, facendo notare che le difficoltà non sono state solo sanitarie, ma anche emotive e sociali.

Nonostante le difficoltà, la comunità di Wirral ha dimostrato grande solidarietà, con gruppi locali e scuole che si sono attivati per inviare messaggi di supporto e regali. Inoltre, il consiglio comunale di Wirral si è impegnato a consegnare oggetti speciali come un anello di compleanno per la moglie di Matt, Ying, che rappresentava un simbolo di sostegno in un periodo così difficile.

Nel complesso, l’esperienza di quarantena è stata una sfida per Matt e la sua famiglia, ma anche un’opportunità per riflettere su come la società britannica ha risposto a una crisi sanitaria senza precedenti. Se oggi la Gran Bretagna è in grado di affrontare la pandemia con maggiore preparazione, non si può dimenticare quanto sia stato arduo il cammino che ha portato a queste lezioni difficili e dolorose.

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