14 Maggio 2025, mercoledì
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Tregua a Gaza tra Israele e Hamas: Accordo a rischio per violazioni e ostacoli politici

Il conflitto tra Israele e Hamas sembra avviarsi verso una sospirata pausa, ma le tensioni sul rispetto degli accordi e le richieste in sospeso potrebbero minacciare la stabilità della tregua.

Dopo quasi 470 giorni di guerra devastante che ha causato la morte di oltre 46.700 persone nella Striscia di Gaza, sembra finalmente prospettarsi una tregua. Tuttavia, il tanto atteso cessate il fuoco, che dovrebbe entrare in vigore il 19 gennaio, non è ancora stato formalmente ratificato dal governo israeliano. La causa principale della sospensione della ratifica riguarda le accuse di Israele nei confronti di Hamas, accusato di non rispettare alcuni punti fondamentali dell’accordo.

Secondo una nota ufficiale dell’ufficio del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, Hamas avrebbe tentato di rinegoziare all’ultimo momento le condizioni dell’intesa, in particolare quelle relative al rilascio degli ostaggi palestinesi. Netanyahu ha sottolineato che, a causa di queste presunte violazioni, il gabinetto israeliano non si riunirà finché i mediatori non confermeranno che Hamas ha accettato senza riserve tutti gli aspetti dell’accordo.

La risposta di Hamas, tramite il portavoce Izzat al-Rashak, è stata netta: il gruppo militante si è impegnato a rispettare gli accordi, compreso il rilascio di 33 ostaggi israeliani e stranieri come previsto dalla tregua.

Tuttavia, nonostante queste dichiarazioni, la violenza in Gaza non si è fermata. Secondo la Protezione Civile di Gaza, almeno 73 persone sono state uccise negli attacchi israeliani nei giorni successivi all’annuncio dell’accordo. Questi episodi di violenza alimentano ulteriori dubbi sulla tenuta della tregua e sull’affidabilità delle promesse di entrambe le parti.

Il governo italiano, nel frattempo, si sta preparando a giocare un ruolo più attivo. Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha annunciato che si recherà in Israele e nei Territori palestinesi lunedì prossimo, con l’obiettivo di “incoraggiare l’avvio di una nuova stagione di pace”. Tajani ha sottolineato la volontà dell’Italia di sostenere la diplomazia internazionale e contribuire attivamente alla ricostruzione della pace, anche attraverso il coinvolgimento in missioni internazionali come quelle delle Nazioni Unite.

Un aspetto cruciale dell’accordo per il cessate il fuoco è il rilascio di ostaggi, con un impegno formale da parte di Hamas a liberare 33 prigionieri, ma solo se vivi. Israele ha imposto una condizione fondamentale: nessun ostaggio deve essere rilasciato sotto forma di salme. L’accordo, che si articola in tre fasi, prevede una prima fase di 42 giorni, durante la quale il rilascio degli ostaggi dovrebbe avvenire in modo graduale.

La delicata situazione rimane però sotto stretta osservazione internazionale, e le prossime ore potrebbero rivelarsi decisive per il futuro immediato della tregua e per il destino dei milioni di abitanti della Striscia di Gaza.

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