Dopo gli scontri e le violenze che hanno segnato le recenti manifestazioni in diverse città italiane, il capo della polizia, Vittorio Pisani, ha espresso gratitudine e riconoscimento per l’impegno delle forze di polizia. In una lettera inviata agli agenti, Pisani ha sottolineato il comportamento esemplare e la professionalità con cui gli operatori di polizia hanno gestito la situazione, evitando che gli episodi di violenza degenerassero ulteriormente. “La compostezza e l’equilibrio con cui avete affrontato le difficoltà sono l’esempio concreto della nostra civiltà giuridica. La fermezza delle vostre azioni garantisce la sicurezza della nostra comunità e la tenuta democratica delle istituzioni,” ha scritto il capo della polizia, rendendo omaggio alla calma e determinazione delle forze di polizia in un momento di grande tensione.
“La libertà di manifestare è un pilastro della democrazia”
Nella lettera, Pisani ha anche ricordato che, nonostante gli episodi violenti, la libertà di manifestare è un diritto fondamentale che va tutelato. Tuttavia, ha precisato, “i comportamenti violenti e illegali devono essere perseguiti con gli strumenti forniti dal diritto”. Il capo della polizia ha sottolineato che, sebbene le forze di polizia siano chiamate a garantire il diritto di manifestare pacificamente, esse sono altrettanto obbligate a garantire l’ordine pubblico e a rispondere alle aggressioni in modo adeguato, sempre nel rispetto della legge.
“Il nostro compito non è solo quello di preservare la tranquillità pubblica, ma anche di affrontare con serenità le difficoltà che possono sorgere durante le operazioni. Solo attraverso l’alto grado di professionalità e il coraggio di tutti voi siamo riusciti a evitare che le proteste degenerassero, spesso a rischio della nostra incolumità”, ha scritto Pisani agli agenti, facendo riferimento anche alla tensione che ha caratterizzato gli scontri.
Piantedosi: “Le violenze sono strumentalizzate”
In parallelo, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha commentato gli scontri che hanno segnato i recenti cortei, dichiarando che molte delle violenze registrate sono state compiute da “soggetti legati a centri sociali” che, pur cambiando i motivi delle proteste, usano la violenza come strumento per attaccare le forze di polizia. Piantedosi ha precisato che, sebbene temi come la protesta contro la TAV, le problematiche ambientali o le manifestazioni per la morte del giovane Ramy siano spesso usati come pretesto, in realtà le azioni violente hanno poco a che fare con le rivendicazioni di tali gruppi. “Questi gruppi – ha spiegato Piantedosi – cambiano i pretesti per giustificare le loro violenze, ma il vero obiettivo è sempre lo stesso: attaccare le forze dell’ordine e seminare il caos.”
Il ministro ha anche sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione sulle dinamiche degli scontri, senza lasciarsi distogliere dall’emotività dei temi trattati. “La morte di un giovane è una tragedia che ci commuove tutti, e il dolore dei suoi genitori deve essere rispettato e non strumentalizzato. La violenza non deve mai essere giustificata da nulla, nemmeno da cause che sembrano nobili”, ha aggiunto Piantedosi, ribadendo l’importanza di non permettere che episodi drammatici vengano sfruttati da chi ha l’intento di provocare disordini.
Un equilibrio difficile da mantenere
Le dichiarazioni di Pisani e Piantedosi riflettono una crescente preoccupazione per l’equilibrio tra la gestione dell’ordine pubblico e il rispetto dei diritti di protesta. Le forze di polizia, che si trovano spesso in prima linea per mantenere la calma durante le manifestazioni, devono fronteggiare il rischio di essere vittime di violenze da parte di minoranze estremiste, che sfruttano qualsiasi occasione per destabilizzare la situazione.
“L’esercizio dei poteri a noi affidati richiede riflessione, ma anche fermezza. Ogni difficoltà operativa deve diventare un’occasione di insegnamento per tutti noi”, ha concluso Pisani nella sua lettera, incoraggiando gli agenti a non temere le sfide, ma ad affrontarle con professionalità e determinazione. In un clima di crescente tensione, è evidente che le forze dell’ordine sono chiamate a un delicato equilibrio, tra il diritto di manifestare e la necessità di difendere la sicurezza pubblica.