Un’importante acquisizione arricchisce la già straordinaria collezione della Galleria dell’Accademia di Firenze: il bozzetto in terracotta della Venere al bagno di Luigi Pampaloni, uno dei più significativi scultori del XIX secolo. Questo prezioso modello, realizzato nel 1836, entra a far parte delle opere esposte nella Gipsoteca del museo, al fianco di altri celebri lavori di Pampaloni e del suo maestro Lorenzo Bartolini.
La Venere al bagno, scultura che rappresenta una delle vette della produzione artistica di Pampaloni, è un esempio mirabile di delicatezza e naturalezza, caratteristiche che l’artista seppe esprimere con maestria nella sua ricerca formale. Questo bozzetto preparatorio, una terracotta di 38 centimetri, offre uno spunto esclusivo per comprendere il processo creativo che ha portato alla realizzazione dell’opera in marmo, commissionata dallo collezionista americano Meredith Calhoun nel 1836.
Massimo Osanna, Direttore avocante della Galleria dell’Accademia e Direttore Generale dei Musei, ha commentato con entusiasmo l’acquisizione: “Con l’arrivo della Venere al bagno, riaffermiamo la nostra missione di custodi di un patrimonio straordinario e, al tempo stesso, di centro di ricerca e valorizzazione dell’arte. Questo bozzetto offre al pubblico una straordinaria opportunità di entrare nel vivo del processo artistico e di esplorare le fasi creative che hanno caratterizzato uno dei periodi più affascinanti dell’arte italiana”.
La curatrice della Gipsoteca, Giulia Coco, ha sottolineato l’importanza di questa acquisizione, che arricchisce ulteriormente la collezione di scultura ottocentesca del museo. “Il bozzetto di Pampaloni si inserisce perfettamente nel contesto della Gipsoteca, che ospita una selezione di opere dello scultore, acquistate dallo Stato italiano dopo la sua morte e messe in dialogo con i modelli di Bartolini. La Venere al bagno non era mai stata esposta prima tra i gessi di Pampaloni, quindi la sua presenza aggiunge un valore speciale a questa sezione, rinforzando il legame tra l’artista e il museo fiorentino”.
Luigi Pampaloni, nato a Firenze nel 1791, divenne uno degli scultori più apprezzati della sua epoca. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze e successivamente all’Accademia di Carrara sotto la guida di Lorenzo Bartolini, Pampaloni si distinse per la sua straordinaria capacità di passare da uno stile solenne e accademico a un linguaggio più delicato e spontaneo. La Venere al bagno è una delle opere più emblematiche di questa sua ricerca, che, a partire dalle sue meditazioni sul “bello naturale”, si allontanò dalle rigide convenzioni del Neoclassicismo per abbracciare una visione più sensibile e intima della figura umana.
L’opera rappresenta la dea Venere nel momento in cui sta per immergersi nell’acqua, con un ampio telo che le avvolge il corpo. Il gesto istintivo di coprire il seno con una mano mentre il corpo si reclina è ritratto con grande naturalezza, accentuando la spontaneità del movimento. La terracotta, come tipico nei bozzetti, presenta una freschezza e un’energia che si perdono nella versione finale in gesso. Dettagli come l’espressione imbarazzata di Venere, che nel modello in terracotta appare molto più evidente, vengono poi sostituiti da una sensazione di seduzione più accennata nel gesso e nel marmo. Inoltre, l’acconciatura della dea, più naturale nel bozzetto, viene successivamente arricchita nei modelli successivi.
Il bozzetto in terracotta di Venere al bagno è stato recentemente esposto alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, dove ha suscitato grande interesse tra i collezionisti e gli appassionati d’arte. Ora, grazie a questa acquisizione, il pubblico avrà l’opportunità di ammirarlo da vicino nella sua collocazione definitiva, all’interno della Gipsoteca della Galleria dell’Accademia, che continua a rappresentare uno dei centri di riferimento per la scultura ottocentesca in Italia.