La fideiussione, una garanzia prestata per assicurare l’adempimento di un obbligo altrui, può essere gratuita o onerosa a seconda degli accordi tra le parti. Ma quando il fideiussore ha diritto a un compenso?
Nelle relazioni personali, come tra amici o familiari, la fideiussione è spesso gratuita e basata sulla fiducia. Diverso è il caso di fideiussori professionali, come banche o compagnie assicurative, dove il compenso è una prassi consolidata e concordata al momento della stipula.
Il compenso dipende da fattori come il rischio assunto, la durata della garanzia e l’affidabilità del debitore principale. Maggiore è il rischio, più alto sarà il costo richiesto dal fideiussore.
Il diritto al compenso non è automatico: deve essere stabilito chiaramente nel contratto. Senza una clausola specifica, il fideiussore non può richiedere alcuna remunerazione. Nei contesti professionali, però, queste condizioni sono spesso standardizzate e incluse nei contratti di garanzia.
Se agisci come fideiussore, valuta attentamente i rischi e negozia un compenso adeguato in ambito professionale. Per il debitore, è fondamentale chiarire fin dall’inizio gli aspetti economici per evitare malintesi. La trasparenza è sempre la migliore garanzia.