Quando un dipendente si assenta per motivi di salute, il datore di lavoro è generalmente tenuto al rispetto della privacy riguardo ai dettagli della malattia. Tuttavia, molte persone si chiedono fino a che punto il datore di lavoro possa venire a conoscere il motivo specifico dell’assenza di malattia. Quali sono i limiti legali e in che modo viene garantita la riservatezza del lavoratore?
In Italia, la protezione della privacy dei lavoratori è garantita dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) e dalle normative nazionali sulla riservatezza, che specificano che il datore di lavoro può venire a conoscenza solo delle informazioni strettamente necessarie per la gestione dell’assenza . Pertanto, la diagnosi oi dettagli specifici della malattia non devono essere comunicati.
Il certificato medico , che il dipendente è tenuto a fornire, contiene solo l’indicazione del periodo di assenza e non la diagnosi o il tipo di patologia. Il medico che compila il certificato e lo trasmette all’INPS è l’unico che conosce la diagnosi dettagliata, e questa rimane riservata.
Quando un dipendente si assenta, il certificato medico viene inviato direttamente all’INPS ( Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), che ne verifica la validità. Il datore di lavoro può consultare il certificato tramite il portale INPS, ma il documento non contiene informazioni specifiche sul tipo di malattia: riporta solo i giorni di assenza e l’idoneità temporanea al lavoro.
Secondo il GDPR, l’accesso alle informazioni sulla salute del lavoratore deve limitarsi al minimo necessario per la gestione del rapporto di lavoro. Qualsiasi ulteriore richiesta di dettagli da parte del datore di lavoro sarebbe, quindi, una violazione della privacy.
Esistono alcune eccezioni. In casi molto specifici, come per alcune professioni con particolari requisiti sanitari, il datore di lavoro può richiedere verifiche mediche aggiuntive per garantire la sicurezza sul posto di lavoro. Tuttavia, anche in questi casi, solo il medico competente designato può accedere alle informazioni specifiche sulla salute del dipendente, che rimarranno riservate.
Un’altra procedura che permette di verificare l’effettivo stato di malattia è la visita fiscale . In questo caso, l’INPS può disporre un accertamento a domicilio o presso l’ambulatorio medico per verificare che il dipendente sia effettivamente in malattia, senza però rivelare al datore di lavoro dettagli sulla diagnosi.
In sintesi, il datore di lavoro può conoscere solo i giorni di assenza per malattia del dipendente, ma non il motivo o la diagnosi specifica, a meno che non ci siano situazioni particolari e motivate. Il rispetto della privacy sanitaria è un diritto garantito, e ogni eventuale richiesta di informazioni aggiuntive da parte del datore di lavoro rappresenterebbe una violazione della legge.